Il mercato è ancora lontanissimo dall’essere definito. Le idee vanno e vengono, figurarsi le ufficialità: troppo poche ancora per iniziare a dare una quadra alla rosa della stagione successiva. Ma c’è sempre il giochino della formazione ideale, ed il Milan deve tappare un buco non di poco conto. A meno di clamorosi cambi tattici, il 4-2-3-1 scudettato e più volte rivisitato sarà la base di partenza per Stefano Pioli. Sì, ma manca il trequartista.
ADIOS BRAHIM, QU’EST-CE QUE TU FAIS CHARLES?
Il diez se ne va. Intramontabili ricordi si possono portare dentro per ambo le parti. I tifosi salutano un ragazzo che hanno ammirato sgambettare per le praterie con dei tocchi fini e rapidi, Brahim Diaz saluta un club che lo ha fatto diventare uomo in campo e fuori. Ci hanno vinto tutti in questi 3 anni di prestito, ma non le gerarchie della rosa, le quali perdono un faro in un anno scarsuccio per la fantasia del collettivo.
Spazio quindi a Charles De Ketelaere? Il suo futuro a Milanello sembra in discussione, e le sue difese in Maldini e Massara non ci sono più. Il mister lo proverà certamente durante il raduno, con la speranza che si presenti con un volto differente il 10 luglio come accaduto a Tonali e Leao. La finestra mediatica dell’Europeo U21 può essere utile per sbloccare caratterialmente, ma il ruolo di trequartista titolare ad oggi non è suo. Adli, per il suo bene, cercherà minuti altrove. Perfetto, il Milan non ha l’anello tra attacco e centrocampo.
NE SERVIRANNO DUE: UNO C’È, L’ALTRO È UN REBUS
Daichi Kamada è il tormentone che non doveva essere. Accordo trovato da giorni, se non settimane, decisione già bella che presa anche con le avversarie di mercato e pronti alla firma…che non è arrivata. Arriverà, e sarà fondamentale per coprire una lacuna lasciata dal turco dell’altra squadra.
Un centrocampista con doti offensive, un trequartista con doti difensive. Mettetela come volete, ma il giapponese serve come il pane. A differenza di Diaz, l’ex Eintracht Francoforte non sarà l’uomo che guiderà la linea centralmente, ma sarà una figura di spicco sotto porta. Meno assist, più gol. Perché in un anno in cui Giroud e Leao hanno giocato con la lingua fuori, uno così sarebbe risultato un’arma in più.
Una linea guida che può essere traslata anche sull’ultima idea di mercato, che fa impazzire più di qualche amante di calcio. Thiago Almada è un sondaggio e va benissimo, ma un suo arrivo al Milan risulterebbe una plusvalenza futura garantita, se si vuole pensare al mero business. Classe 2001 e già campione del mondo con l’Argentina (non da protagonista), stella della Major League Soccer con l’Atlanta e avente un repertorio tecnico che ricorda molto il nuovo 21 del Real Madrid. Da ammirare le punizioni, sì, ma soprattutto la sua leadership qualitativa: spesso lo si può trovare condurre palla al piede la manovra dei compagni, e soprattutto è letale nei contropiedi, anche in solitario.
Una nuova idea di calcio, meno architettata e più efficace. La nuova linea offensiva dei rossoneri deve essere parte della fase conclusiva dell’azione, e non essere un centrocampo aggiuntivo solamente più alto (vedasi il mediano improvvisato dietro la punta). Prima le firme, poi i ragionamenti del caso. Ma è evidente che il nuovo Milan voglia essere più pericoloso. Più killer.
