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MP ESCLUSIVO – Di Stefano: “Questo libro per me è un ulteriore step. Ibra è il personaggio che mi ha stupito di più. Sullo scudetto e sul mercato…”

Nella giornata odierna, come redazione di Milanpress.it, abbiamo avuto il piacere e l’onore di chiacchierare in diretta con Peppe di Stefano, uno dei giornalisti più noti per la propria vicinanza al mondo Milan, come dimostra la recente uscita del suo libro “Milanello, la casa del Diavolo”, tema principale di questa chiacchierata: “Grazie dell’invito, mi fa molto piacere. Ho scritto il libro per puro piacere, non per le vendite o altro. Raccontare in un libro quello che ho fatto con Sky negli ultimi anni ha rappresentato un ulteriore step, una cosa nuova. Mi ha fatto piacere perché ho raccontato una parte di Milanello che non conoscevo e che non conosceva neanche la gente forse, e una parte di me in un modo scherzoso“.

Sui primi giorni dopo la pubblicazione:

“Chi mi conosce bene sa come sono fatto: non mi esalto mai nei momenti belli, come questo, e non mi deprimo in quelli brutti. Vivo con equilibrio tutto, anche questa fase nuova del mio percorso professionale. Continuo tutti con il mio obiettivo, che è quello di difendere tutti giorni la mia maglia, quella di Sky, con grande orgoglio. Ora ho anche scritto questo libro, il mio obiettivo non era quello di scrivere per farlo piacere per vendere copie, ma raccontare quello che ho vissuto e documentarmi su quello che non ho vissuto”.

Sul momento in cui si è deciso di scrivere questo libro:

“Non nasce dalla mia volontà di scrivere un libro, nasce dalla mia amicizia con Gianluca Di Marzio: mi ha chiesto se volessi scrivere un libro e io non credevo di esserne all’altezza, ma lui ha insistito e ho quindi deciso di scrivere di una delle cose che faccio meglio: raccontare quello che vedo giornalmente. Il percorso nasce prima dell’Europeo ma si interrompe durante, perché ero inviato per l’Italia. Lo scrivo per fine Dicembre, dopo le dovute correzioni è stato pubblicato. Non nasce quindi con l’idea di scrivere, io ho solo prestato il mio polso e la mia penna per raccontare questo centro sportivo bellissimo”.

Sul giocatore che l’ha impressionato di più a Milanello:

A livello psicologico chi ha fatto la differenza è stato Ibrahimovic, per atteggiamento e per storia. Questo Milan non è pieno di campioni, ma Ibra lo è. Se il Milan è tornato ad essere Milan è anche grazie a lui, che fa da giocatore, da padre maggiore, dà delle regole”.

Sull’aria si respira a Milanello per questo finale di stagione:

”Non ho percepito ansia nei momenti di difficoltà, non sento esaltazione adesso. La grandezza della squadra è l’equilibrio di tutti, da Maldini a Pioli alla squadra. Servirebbe facile ora sognare, ma la squadra sta pensando giornalmente alla prossima partita; è una squadra molto equilibrata, non cadrà mai nel tranello di sottovalutare le partite”.

Sul doppio impegno campionato/coppa e sullo scudetto: 

Impensabile che giocatori e squadra accantonino uno dei due obiettivi, in Coppa è sempre un derby, giochi a Milano, giocheranno sempre coloro che staranno meglio per provare a vincere. A otto giornate dalla fine i numeri dicono che il Milan ha una piccola quota percentuale in più per aggiudicarsi lo scudetto: ha più punti. D’altra parte però il campionato è imprevedibile, ci sono mille variabili. Ad esempio, ora bisogna capire come arriverà il Bologna alla gara di San Siro dopo l’episodio Mihajlovic, al quale colgo l’occasione per augurare buona fortuna”.

Sulla prossima sessione di mercato:

“Non credo ci sarà un colpo da 70/80 milioni di euro, piuttosto questi soldi saranno investiti su più giocatori, ad esempio su un difensore centrale e un centrocampista. I nomi sono quelli di Renato Sanches, Botman e Bremer. Si parla poi di un’attaccante, Origi, ma anche di Scamacca. Il Milan potrebbe poi decidere di acquistare un esterno destro che possa essere il vero titolare, perché da troppi anni si alternano tanti giocatori (Suso, Castillejo, Saelemaekers e Messias). Senza dimenticare che non si possono spendere cifre folli. Quali sono le priorità? Per me il centrale e l’esterno d’attacco. Se perdi Romagnoli serve un giocatore di prima fascia assieme a Tomori, per poi puntare su Kalulu, che si sta meritando attenzioni, e dare maggior spazio a Gabbia. C’è poi da capire come starà Simon Kjaer. E in un calcio moderno come quello di oggi è necessario avere un esterno destro che crei occasioni, che faccia quasi il trequartista”. 

Un aneddoto di Milanello:

“Ci sarebbero tanti aneddoti da raccontare. A me è piaciuto molto raccontare sia quelli del passato che quelli del presente. Grande personaggio per me è Rino Gattuso, sia da giocatore che da allenatore, ma poi ci sono anche Berlusconi, Sacchi, Van Basten. Come in una casa normale, anche a Milanello ci sono tutte le abitudini, come la camomilla di Inzaghi e Sheva”.

Sulla pubblicazione anticipata del libro rispetto al finale di stagione:

Queste sono cose che vanno fatte subito, non volevo legare la pubblicazione del libro a come finirà la stagione del Milan, perché il libro è un qualcosa che va oltre ai risultati sportivi”.

Su Scamacca:

Scamacca è un giocatore che per caratteristiche assomiglia più a Ibra e Giroud. Poi bisognerà capire se Maldini e Massara vogliono investire quel tesoretto su un attaccante oppure cercare di ingaggiare un parametro zero, come Belotti, e investire i cash su altri ruoli”.

Un saluto finale:

“Leggo anche io Milanpress.it dunque voglio innanzitutto complimentarmi per l’ottima fonte di notizie che rappresentate e infine ringraziare per l’invito”.

Milanello
Milanello – Milanpress, robe dell’altro diavolo

 

 

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