Quando pensiamo al Milan della scorsa stagione, tendiamo ad omettere dai nostri ricordi alcune partite o in generale alcuni periodi, perché l’entusiasmo dello Scudetto ha poi giustamente un po’ offuscato prestazioni così così.

Se marzo era stato il mese delle vittorie stile Capello primi anni 90, 1-0, 3 punti e un pizzico di noia, il mese di aprile invece si era aperto con due match a reti inviolate che fecero tremare i tifosi. Milan-Bologna e Torino-Milan, produssero due 0-0 che fecero vedere i fantasmi di Milan-Cagliari della stagione 20/21.

Specialmente coi felsinei a San Siro, i rossoneri sembrarono imbrigliati da loro stessi, ruminando gioco con ritmi compassati, con un numero spropositato di tiri verso la porta bolognese (33), ma senza mai dar la sensazione di creare reale pericolo. Ci si ricorda più la quarta maglia sfoggiata che il match. Più equilibrato e più tosto fu il pari coi granata sei giorni dopo, ma la percezione che qualcosa potesse incagliarsi c’era e sarebbe stato davvero uno spreco visto il cammino fin lì.

I tre punti tornarono al Meazza, contro il Genoa che oggettivamente era una squadra troppo debole per non esser battuta, nonostante il gioco del Diavolo fosse ancora troppo spesso farraginoso. Però che la condizione non fosse top fu confermato dal 3-0 secco con cui il Milan fu eliminato dalla Coppa Italia, nella semifinale di ritorno contro l’Inter. Certo, il gol di Bennacer annullato sul 2-0, per un fuorigioco che ancora oggi resta dubbio, poteva girare quella partita, ma agli atti resta una sconfitta pesante.

A solo quattro giorni dal derby, arriva quello che è stato a tutti gli effetti il turning point, ovvero Lazio-Milan. L’inizio della gara e tutto il primo tempo non fecero altro che certificare il periodo complicato: gol di Immobile in apertura e poca lucidità per tutti i primi 45 minuti. La seconda frazione la aprì Giroud, col solito gol pesante, poi una sfida disperata box to box, fino all’ultimo secondo dove Tonali su assist di Ibra, regalò punti e nuova consapevolezza.

Fuori dal campo fu il mese dove iniziarono le voci di una possibile vendita imminente della società. Investcorp, fondo del Bahrain, si avvicinò ad acquisire il club, con tanto di due diligence conclusa positivamente. Anche su Twitter alcuni alti esponenti del fondo si lasciarono andare a commenti innamorati verso la squadra, ma come sappiamo poi nel giro di qualche settimana si comprese che non trovarono le condizioni per finalizzare.

Un rollercoaster costante dunque, on and off the pitch. Quando pensiamo allo scorso anno a volte sottostimiamo quanto e cosa ci sia stato. Davvero molte situazioni complesse, molte difficoltà sia atletiche che tattiche nonché societarie. Diverse le sliding doors insomma, ma dolci da ricordare perché tirarono la volata al mese di maggio, al mese del trionfo.