Quello che andrà in scena all’Olimpico tra Roma e Milan, non sarà solo il primo big match delle due compagini che hanno l’aspirazione di lottare per un posto ai vertici della Serie A. Difatti, ad essere contrapposti sono anche i due allenatori: Josè Mourinho e Stefano Pioli. Idee e approcci che collidono ma con un obiettivo comune: vincere.
Lo Special One, come ben noto, non si defila dalle polemiche facendo ricorso anche ad un’aggressività verbale degna delle peggiori commedie all’italiana. Tuttavia, questo peculiarità del carattere del portoghese passa a volte sotto traccia grazie ai successi che è riuscito a raggiungere in carriera, ben 26.
Il suo palmares è la prova che Mourinho è un vincente e sta cercando di trasferire questa mentalità anche alla Roma. Le sue vittorie sono indelebilmente marchiate da un’attenta fase difensiva, pur non essendo il tecnico giallorosso un fanatico del possesso palla. Ciò gli è sempre riuscito mediamente bene in quanto le squadre da lui allenate hanno sempre vantato un ottimo reparto offensivo.
Proprio per questo sta avendo qualche difficoltà con la compagine capitolina. Disattenzioni in difesa che troppo spesso compromettono il risultato finale. A tal proposito, Mou potrebbe puntare sul raddoppio difensivo per provare ad arginare il tridente d’attacco del Milan.
Inoltre, Mourinho non manca mai di pungolare la società tanto a microfoni spenti quanto pubblicamente quando non trova di suo gradimento certe scelte. Ultimamente la critica più aspra rivolta ai Friedkin riguarda proprio la gestione della sessione di calciomercato estivo.
Di tutt’altro tenore il metodo Pioli. Il tecnico rossonero non ha mai attaccato pubblicamente la società rossonera, ha ridotto al minimo le esternazioni tramite i social ed evitato polemica di ogni genere. La sua aggressività, specie da inizio stagione, la esprime attraverso l’11 che mette in campo dai quali pretende cinismo sotto porta e concretezza.
Nel Milan è cambiato quasi tutto. Non Pioli. RedBird ha creduto in lui affidandogli la squadra che desiderava e sin qui non ha deluso. Anzi, è tornato on fire come accaduto dopo la vittoria del 19° scudetto che ha tatuato sul braccio.
La pacatezza nella comunicazione si scosta dall’impetuosità che cerca di imprimere ai suoi giocatori quando scendono in campo. Dal punto di vista tattico i capisaldi del suo gioco sono gli stessi della stagione 2021/2022: aggressività e recupero palla vicino all’area avversaria per colpire in transizione. Ad essere mutati sono i protagonisti.
Pioli sta cavalcando l’onda del calcio europeo. Gli inserimenti di incursori quali Reijnders e Loftus-Cheek e la velocità di Leao, Pulisic, Okafor e Chukwueze hanno un impatto devastante nell’uno contro uno. In Europa si vince così e il tecnico rossonero sta facendo suo questo stile.
