La storia si ripete…dopo soli 6 mesi dal suo arrivo a Milanello ecco uno strano e sorprendente addio anticipato di Alvaro Morata che in poche ore ha definito il proprio trasferimento dal Milan al Galatasaray con un prestito di 18 mesi.

Una decisione alquanto imprevedibile se si pensa alle aspettative con cui la scorsa estate in cui l’ex calciatore di Atletico Madrid e Juve era arrivato: erede e sostituto di Olivier Giroud Alvaro si presentava a Milanello come capitano della nazionale spagnola appena divenuta campione d’Europa. Un identikit da vincente quello dello spagnolo che sembrava dover portare in casa Milan una boccata di esperienza e leadership, quella leadership che gli addii di Simon Kjaer e Olivier Giroud avevano portato via.

La storia di Alvaro con il Milan è però durata davvero troppo poco e per certi versi è impossibile non fare il parellelo con la situazione di Gonzalo Higuain che arrivò al Milan nell’estate del 2018, in prestito dalla Juventus con diritto di riscatto. Anche lui, però, dopo soli 6 mesi lasciò i rossoneri per trasferirsi in prestito al Chelsea di Maurizio Sarri.
Ciò che verrebbe ora da chiedersi è la motivazione per la quale due calciatori di tale caratura dopo soli pochi mesi abbiano deciso di abbandonare la nave, testimoniando quindi un’integrazione mai davvero avvenuta con l’ambiente rossonero e il gruppo squadra.

Mai come quest’anno l’ambiente Milan sembra davvero essere diviso, sia a livello societario che di spogliatoio e a testimoniarlo sono i continui eventi che da inizio stagione avvengono con regolarità, come l’episodio che ha coinvolto Theo e Leao durante il colling break in Lazio-Milan, le continue accuse di Fonseca al gruppo squadra di scarso impegno per finire poi con l’episodio recente che ha coinvolto Conceicao e Calabria al termine di Milan-Parma vedendo i due quasi arrivare alle mani al termine della partita e durante i festeggiamenti della squadra sotto la curva.

Episodi singolari e surreali in un gruppo che ha certe ambizioni e le vuole portare avanti, episodi che hanno compromesso il benessere all’interno dello spogliatoio, alimentati ora dalle continue e incessanti voci di mercato che hanno messo di fatto l’intera squadra sul mercato, contribuendo a creare un ambiente pesante e difficile da sopportare. Queste le ragioni che probabilmente hanno spinto Morata a replicare quanto fatto da Higuain 7 anni fa e che lo stesso Calabria ha deciso di fare anticipando il termine del suo contratto e trasferendosi al Bologna.

Per un attaccante che esce, però, uno ne entra e risponde al nome di Santiago Gimenez, attaccante in forza al Feeyenord che si è messo in mostra a suon di gol in campionato e in Champions League. Il calciatore rappresenta certamente un’alternativa a Morata di spessore, anche se non va dimenticato che il ragazzo dovrà ambientarsi e adattarsi ad un ambiente completamente diverso da quello vissuto fino ad ora in un clima difficile.

Ma cosa aggiunge Gimenez a questo Milan? Sicuramente l’attaccante messicano è una vera punta di ruolo, capace di attaccare lo spazio e dare profondità alla squadra, cosa che Morata non è riuscito a fare in questi pochi mesi, se non in rarissime occasioni.

L’ex Feeyenord è molto mobile e l’istinto da bomber che ha dimostrato di avere potrebbe aiutare il Milan nel concretizzare le diverse azioni da gol che spesso finiscono con un nulla di fatto. D’altro canto, Gimenez non ha tutta l’esperienza che Morata si porta con sè, perciò dovrà essere bravo a gestire le pressioni che giocare in un San Siro ribollente e in contestazione comportano.

Attendendo risvolti di mercato nelle prossime ora, non resta ora che vedere all’opera il nuovo acquisto rossonero nella speranza di vederlo diventare un punto cardine della formazione di Conceicao e decisivo nelle prossime partite, sia in campionato che in ambito europeo, augurandosi che non sia l’ennesimo abbaglio alla “Piatek” di qualche stagione fa che arrivò proprio a sostituire il partente Higuain.

Higuain out e Piatek in, Morata out e Gimenez in, la storia si ripeterà?