Il tema del direttore sportivo torna al centro del dibattito tra i tifosi del Milan. La necessità di una figura di riferimento per la gestione delle operazioni di mercato e la costruzione di un progetto vincente sembra essere sempre più urgente, specialmente dopo le recenti difficoltà nel creare una squadra equilibrata e competitiva. In questo contesto, il nome di Giovanni Sartori spicca tra le ipotesi più accreditate, anche grazie al suo contratto in scadenza con il Bologna nel giugno 2025.
Nuovo direttore sportivo del Milan: perché Sartori è un profilo interessante
Sartori ha costruito una reputazione solida grazie ai successi ottenuti con realtà come Chievo Verona, Atalanta e, più recentemente, Bologna. Considerato uno dei migliori talent scout in Italia, è noto per la sua capacità di scovare talenti a basso costo e trasformarli in pilastri fondamentali per le squadre.
La questione organizzativa del Milan: serve un direttore sportivo?
Tuttavia, l’organizzazione interna del Milan è diversa rispetto a quella di una classica società italiana. L’attuale struttura si basa su una gestione collegiale, con un team che comprende figure come Geoffrey Moncada, responsabile dello scouting, e Giorgio Furlani, amministratore delegato, che si occupa anche delle negoziazioni e della gestione contrattuale.
Questa impostazione moderna, più in linea con i modelli internazionali seguiti da club come Real Madrid, Liverpool e Bayern Monaco, si affida a un uso intensivo dei dati e delle statistiche per le operazioni di mercato, riducendo il peso del “fiuto” individuale che in passato caratterizzava il ruolo del direttore sportivo.
Le perplessità sul modello attuale
Nonostante la modernità del modello, alcuni osservatori ritengono che al Milan manchi una figura in grado di garantire un equilibrio complessivo alla rosa. La costruzione di una squadra vincente non dipende solo dall’individuazione di buoni calciatori, ma anche dalla capacità di creare un collettivo coeso, con ruoli ben definiti e sinergie efficaci.
Il confronto con il passato: Sartori al Chievo e all’Atalanta
Giovanni Sartori è stato l’artefice del “miracolo” Chievo Verona, guidando la squadra dai campionati minori alla Serie A e rendendola una realtà capace di competere con i grandi club. All’Atalanta, ha replicato il successo portando il club bergamasco a livelli internazionali, grazie a un progetto basato su giovani talenti e investimenti mirati.
La sua esperienza al Bologna ha confermato la sua abilità di operare in contesti diversi, dimostrando flessibilità e competenze trasversali.
Un ruolo ancora essenziale?
Se nelle realtà meno blasonate il ruolo del direttore sportivo vecchio stile è ancora centrale, in società di primo piano come il Milan l’approccio è cambiato. Tuttavia, c’è chi sostiene che la presenza di una figura esperta come Sartori potrebbe arricchire l’attuale struttura, fornendo quel valore aggiunto che permetterebbe di colmare il gap con i top club europei.
Una scelta strategica per il futuro del Milan
La domanda rimane aperta: il Milan ha davvero bisogno di un direttore sportivo tradizionale o l’attuale assetto è sufficiente? Giovanni Sartori rappresenterebbe senza dubbio un profilo di alto livello, capace di portare al club la sua esperienza e le sue intuizioni. Tuttavia, l’integrazione di una figura così importante in un sistema moderno e strutturato come quello rossonero richiederebbe un’attenta valutazione delle responsabilità e dei ruoli.
Il 2024 si è chiuso con l’esonero di Paulo Fonseca mentre il 2025, iniziato con l’arrivo sulla panchina rossonera di Sergio Conceicao e il raggiungimento della finale della supercoppa italiana, sarà un anno cruciale per il club, chiamato non solo a ottenere risultati sul campo, ma anche a definire un modello gestionale che possa garantire successi duraturi e ambiziosi. E Giovanni Sartori è lì, libero da ogni forma contrattuale a partire dall’1 luglio 2025, pronto ad accasarsi finalmente in una grande e blasonata squadra.