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Sacchi: “Vedere il Milan ridotto così mi mette una grande tristezza. Come sistemare le cose se al vertice ci sono sempre gli stessi?”

Arrigo Sacchi ha commentato sulle pagine della Gazzetta dello Sport il momento negativo del Milan, analizzando i motivi che hanno portato a questa stagione fallimentare. Ecco i pensieri dello storico tecnico rossonero.

Vedere il Milan ridotto così male mi mette una grande tristezza, perché io sono legato a quell’ambiente, ai tifosi, a quei colori. Osservando la finale di Coppa Italia, meritatamente persa contro il Bologna, ho avuto la conferma di ciò che penso dall’inizio di questa stagione: il Milan non è una squadra, e non lo è per alcuni motivi precisi. Ne elenco quattro, in ordine di importanza“.

Il primo motivo: “Il club viene prima di tutto, prima ancora dell’allenatore e dei giocatori. Perché con la sua storia, con la sua visione e con il suo stile deve indicare la strada da percorrere. Vi sembra che il Milan di oggi, inteso come società, abbia un’idea? A me pare proprio di no. Si procede a tentoni, e così facendo si finisce per andare a sbattere contro il muro“.

Il secondo motivo: “La scelta dell’allenatore, all’inizio della stagione, è fondamentale perché il tecnico dev’essere in sintonia con i programmi della società. Il Milan, invece, nell’estate scorsa prima ha pensato di prenderne uno, lo spagnolo Lopetegui, e poi, dato che i tifosi si erano arrabbiati perché non era un nome all’altezza del club, ha virato sul portoghese Fonseca. I dirigenti che hanno operato questa scelta hanno commesso un grave errore e poi, a metà stagione, hanno pensato bene di rimangiarsi la decisione e consegnare la panchina a Sergio Conceicao, il quale, a mio avviso, è il meno colpevole di tutti perché si è trovato a lavorare nel caos generale. E alla fine vedrete che sarà proprio lui a pagare, perché questa è una vecchia (e assurda) legge del calcio: via l’allenatore, così sistemiamo le cose. Ma come si fanno a sistemare le cose, se al vertice ci sono sempre le stesse persone che hanno sbagliato all’inizio di questa stagione?“.

Il terzo motivo: “Il Milan è un insieme di giocatori che sono stati presi a casaccio. Non discuto le loro qualità tecniche individuali, anche se potrei farlo: il problema, qui, è che non sono elementi in grado di formare una squadra. Si vanno a fare acquisti all’estero, e francamente non ne capisco la ragione, arrivano giocatori che provengono da esperienze e culture differenti, bisogna cercare di amalgamarli, ma in questo modo com’è possibile dare uno stile?“.

Il quarto e ultimo motivo secondo Sacchi: “Quando si vanno ad acquistare i giocatori è necessario fare molta attenzione, altrimenti si rischia di spendere un sacco di soldi e di avere elementi che non danno un contributo positivo alla causa. Prima di comprare Rijkaard mandai un mio uomo di fiducia a seguirlo durante gli allenamenti, e nella relazione che ricevetti c’era scritto pure che cosa mangiava, a che ora si alzava e chi erano i suoi amici. Adesso queste cose vengono fatte? Mi sembra di no, a giudicare da ciò che si vede in campo. E allora si sbaglia e si deve rimediare. Perché vedere il Milan ancora ridotto così male, per un innamorato come me, è davvero insopportabile“.

Arrigo Sacchi - MilanPress, robe dell'altro diavolo
Arrigo Sacchi – MilanPress, robe dell’altro diavolo

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