HomePrimo PianoMilan, Rangnick sfaterà il tabù falsa partenza?

Milan, Rangnick sfaterà il tabù falsa partenza?

Ivan Gazidis è ancora in attesa di comprendere quale sarà il futuro di Ralf Rangnick. L’amministratore delegato rossonero ha come obbiettivo principale l’ex tecnico del Lipsia, per il quale sarebbe disposto a concedergli eventualmente anche il doppio ruolo, attribuendogli poteri anche sul mercato. Così facendo, Rangnick, a differenza dei precedenti tecnici, avrà la possibilità di scegliere gli innesti perfetti per il proprio stile di gioco e credo calcistico, partendo fin da subito con una base solida. Questo è stato il dilemma degli ultimi tecnici arrivati al Milan. Da Montella a Pioli, passando per Gattuso e Giampaolo, tutti hanno avuto delle difficoltà iniziali a causa di una squadra non adatta alle proprie idee di gioco. Non a caso le partenze sono state disastrose. Per la prima volta Ralf Rangnick potrebbe avere, in stile Antonio Conte, i propri pupilli da poter inserire in rosa e creare una squadra in parte già consapevole di ciò che chiede il proprio allenatore. Riuscirà il tecnico tedesco a sfatare il tabù di inizio stagione?

FALSE PARTENZE – L’ultimo di una lunga serie è Stefano Pioli, con quel pareggio di Lecce ed i pochi punti raccolti successivamente nel trittico Lazio-Juventus-Napoli. Ma questo ciclo risale ai tempi di Montella, quando avvenne la rivoluzione nell’estate 2017. L’Aeroplanino ebbe sì tanto materiale su cui costruire, ma non adatto al suo 4-3-3. Le esigenze dei singoli portarono Montella a mutare il suo modulo prima nel 3-4-2-1 e poi nel 3-5-2, con cui il Milan andò in rovina perdendo tutti gli scontri diretti con Lazio, Sampdoria, Roma, Inter, Juventus e Napoli. Il pareggio col Torino portò infine all’esonero e all’arrivo di Gennaro Gattuso. La squadra aveva accusato il colpo e lo dimostrò regalando i primi punti in Serie A al Benevento. Arrivò poi il derby di Coppa Italia che riaccese quella fiammella di entusiasmo che portò poi a salvare la stagione con l’Europa League. L’anno successivo ancora meglio: un punto dalla Champions. Tuttavia arrivano le dimissioni con un Gattuso che non condivide l’idea di Elliot di puntare solo sui giovani senza inserire in rosa profili di esperienza. La cattedra tocca a Giampaolo, arrivato per portare il bel gioco visto negli anni alla Sampdoria. Come diceva Boban, Giampaolo da anni aveva mostrato un calcio diverso che tutto San Siro avrebbe voluto ed apprezzato ma questo è risultato incompatibile con le caratteristiche della rosa. A partire dal trequartista, mai acquistato nel mercato e mai identificato all’interno della squadra. I risultati negativi portarono la dirigenza ad abbandonare la pista Giampaolo dopo sette giornate di campionato e prendere, nello scetticismo di tutti, Stefano Pioli, che invece ha fatto un buon lavoro. Tuttavia il tecnico emiliano potrebbe essere solo l’ultimo di una serie di allenatori sostituiti nell’arco di pochi mesi.

RANGNICK – Rivoluzionario del calcio tedesco, scopritore di talenti, abile nel gestire i giovani: secondo Gazidis, Ralf Rangnick è tutto ciò di cui il Milan ha bisogno per riaccendere il motore. La sua storia parla di molte promozioni e risultati positivi, ma allo stesso tempo di tanti esoneri ed incapacità di saper gestire la pressione, soprattutto nei momenti difficili. Nonostante questo Rangnick è stato una figura importante anche a livello nazionale, a cui si sono ispirati tecnici di alto rango come Klopp. Ha scoperto “mezzo Liverpool”, lanciando niente di meno che Roberto Firmino, Sadio Mané e Keita, di cui tutti ora conosciamo l’importanza nell’organico del Liverpool. Al Milan avrebbe poteri anche sul mercato e potrebbe sfruttarli per portare in rossoneri dei suoi pupilli. Un esempio su tutti, Timo Werner, portato al Lipsia proprio dal tecnico tedesco per 14 milioni di euro. Un colpo in linea con i parametri di Elliot, oltre ad un buon centravanti che farebbe comodo ai rossoneri viste le voci sull’addio di Zlatan Ibrahimovic. Con i giocatori di sua preferenza, Rangnick avrebbe l’opportunità di avviare una stagione come si deve, sfatando un tabù che persiste da alcuni anni.

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