Ogni volta che c’è uno scontro importante, in casa Milan c’è la sensazione che sarà una partita difficile, che il match sarà una svolta negativa o positiva della stagione a seconda del risultato, che si entra in campo già svantaggiati. Ma perché, per una volta, non si parla degli avversari?
Insomma, in questo preciso momento storico è la Juventus che fa fatica. Fermo restando che sia quinta in classifica e a tre lunghezze davanti al Milan (i rossoneri devono ancora recuperare il Bologna…), la squadra di Thiago Motta soffre una crisi sul fronte dei pareggi e dà la netta sensazione di essere alla ricerca di diverse pedine per completare la rosa. E in più, il recente match di Supercoppa Italiana ha dato ragione al Diavolo.
La Vecchia Signora non gioca un pessimo calcio, non sempre. Contro l’Atalanta avrebbe anche potuto vincere, per niente scontato in questa stagione, ma precedentemente non ha offerto una prestazione eccelsa nel derby contro il Torino. Una Juventus che, anche secondo la tifoseria stessa, non ha continuità e che vive molto alla giornata. Se entra in campo molle si vede dai primi minuti, cosa che il gruppo di Conceicao ha imparato a recuperare grazie alle rimonte.
Per una volta viene da dire che la pressione non sia sul Milan, e finalmente. Non che ci siano abissi tra i due estremi, ma la consapevolezza dà ragione agli ospiti. Il momento dei piemontesi è traducibile in: “Non si vince dal 22 dicembre“. E, attenzione, gran parte del futuro di Motta se lo gioca il portoghese. Anche se l’italo-brasiliano gode di ottima copertura dei media, la posizione tra Serie A e Champions League non è invidiabile.
Da qui a sottovalutare la Juventus, soprattutto se gioca in casa, ce ne vuole. Però viene anche da chiedersi come mai il pessimismo cosmico aleggia gli ambienti meneghini quando si ha un grande scontro. Hanno preso Kolo Muani? Applauso, bravi e nulla da dire. Non avremo a disposizione l’attacco titolare? Può essere, ma l’emergenza ha spinto in passato il Diavolo a vittorie ancora più godute. E allora basta, solo per una volta, mettere le mani avanti.
