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Il Milan fatica a tenere la porta inviolata nell’ultimo periodo: puro caso o c’è qualcosa che non va?

In Serie A vince chi prende meno gol“, questa è una delle massime che più si sentono citare e fotografa perfettamente quello che è il panorama calcistico italiano dall’Inter di Mancini in poi. In campionato, infatti, da quel momento in poi solo la Juventus di Maurizio Sarri ha vinto lo scudetto subendo più gol di un’inseguitrice. Negli altri casi la prima in classifica ha sempre subito meno delle avversarie.

Tutto questo incipit per introdurre un argomento particolare ed ambiguo, in un calcio italiano che si sta in alcune realtà rivoluzionando. Dall’Atalanta alla Roma, passando per il Milan, il motto è: “Vincere facendo un gol in più dell’avversario“. Non che queste squadre disdegnino la fase difensiva, semplicemente hanno una mentalità differente rispetto a quelle viste negli ultimi anni. Parlando proprio dei rossoneri, Donnarumma e Tatarusanu sono stati battuti per ben 49 volte in 43 gare in questa stagione: troppo per ambire a vincere qualcosa? Addentriamoci in dati più specifici e cerchiamo di comprendere meglio il contesto.

Milan: Simon Kjaer – MilanPress, robe dell’altro diavolo

Fine 2020 ed inizio 2021 a confronto: è cambiato qualcosa?

Abbiamo imparato durante questa stagione a distinguere un Milan pre-2021 ed un Milan post-2021. Al di là del gioco espresso, la distinzione è presto fatta in termini di risultati ottenuti. Una sconfitta nella prima parte di stagione, 7 nella seconda. Le partite giocate quasi si equivalgono, 23 nel 2020 e 20 nel 2021: in totale 43 (in tutte le competizioni), nessuno in Italia ha giocato tanto. Ed in termini di gol subiti e porte inviolate? Una differenza c’è, soprattutto prendendo in considerazione micro-periodi all’interno delle due parti di annata sin qui disputate.

Nelle prime 23 gare sono stati subiti 27 gol totali, frutto anche di 7 clean sheets, distribuiti per la maggior parte nei primi due mesi. Nelle successive 20, 22 gol subiti e 5 clean sheets, più della metà nei primi impegni di gennaio. Visti così i dati non dimostrano grande differenze, dato che la media è di 1,1 gol a partita in entrambi i casi. In realtà, se prese in esame le ultime 15 sfide disputate (dall’arrivo di Tomori in poi per intenderci), sono solo 2 i clean sheets realizzati da Donnarumma, con 21 gol subiti (1,4 a match). Cosa è successo?

Prima di spiegarlo soffermiamoci anche sui dati delle avversarie in Serie A dei rossoneri. L’Inter capolista in 37 gare giocate ha subito 38 reti, ma ha tenuto la porta chiusa per ben 13 volte. La Juventus su 40 sfide ha subito solamente 34 gol e ha tenuto la porta inviolata 14 volte. Per quanto riguarda l’Atalanta, 50 sono i gol subiti in 40 partite, con 12 clean sheets. Infine il Napoli, capace di tenere chiusa la porta ben 14 volte in 40 gare, con 45 gol subiti.

Tomori - MilanPress, Robe dell'altro diavolo
Milan: Fikayo Tomori – MilanPress, Robe dell’altro diavolo

Errori, caso o sfortuna: Milan di chi è la colpa?

È deleterio pensare che la colpa sia da assegnare ad un componente solo della squadra, così come lo è anche pensare che l’arrivo di Tomori, visti i dati si è rivelato negativo. Tra l’altro, il difensore inglese di queste 15 gare ne ha disputate 11 giocando almeno un tempo ed in esse sono stati subiti 12 gol. Allo stesso modo non si può pensare di assegnare la colpa al solo Romagnoli che tra l’altro è stato protagonista solo di 9 partite di queste 15 citate. Perché allora il dato così alto di reti subite?

La prima motivazione è da ricercare nelle 3 debacles contro AtalantaSpezia ed Inter. 8 di quei 21 gol subiti sono arrivati in queste 3 sfide, che hanno come comune denominatore gli 0 gol fatti. Il periodo no di tutta la squadra, tra infortuni e prestazioni in calo, è una delle ragioni da ricercare. Per quel che concerne il dato dei clean sheets, in praticamente ogni gara c’è stato almeno un errore individuale che ha compromesso la porta inviolata. Basti pensare a quello di Theo Hernandez contro il Bologna o quello della ditta Dalot-Castillejo-Kessie contro il Napoli. Insomma è mancata quella cura dei dettagli di cui il Milan aveva abituato a larghi tratti della fine della scorsa e dell’inizio di questa stagione. È mancata anche quella concentrazione sugli interi 90′ che, ad esempio, si è vista contro Torino in casa o Cagliari in trasferta (a parte qualche sussulto finale) ad inizio 2021.

La sosta, in questo senso, dovrà essere stata propedeutica per recuperare fisicamente, ma anche mentalmente. Sampdoria, Parma, Genoa e Sassuolo: 4 sfide che fanno gola al Milan ed a Donnarumma. L’obiettivo è anche quello di migliorare i dati sviscerati in precedenza e tenere chiusa la serratura della porta rossonera.

Milan: Gianluigi Donnarumma - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Milan: Gianluigi Donnarumma – Milanpress, robe dell’altro diavolo

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