Era già chiaro subito dopo la fine della scorsa stagione, ma ora lo è ancora di più. Stefano Pioli è chiamato a dimostrare di meritare il Milan, anzi di meritarsi questo Milan. Ad inizio giugno la società prende l’importante e coraggiosa decisione di licenziare Paolo Maldini e dare il benservito a Ricky Massara. Scelte irrevocabili e che significano soltanto una cosa: tutta la gestione tecnica del nuovo Milan passerà sotto la guida dell’allenatore Stefano Pioli. L’ex tecnico di Lazio e Inter, quindi, diventa a tutti gli effetti un manager all’inglese o, come è sicuramente più chiaro nella gestione manageriale di RedBird, un coach all’americana, come si vede spesso in sport come il Baseball ed il Football americano. Questo, essenzialmente, significa che Gerry Cardinale si fida estremamente dell’allenatore, non lo mette in discussione ma, anzi, dopo aver fatto fuori Maldini e Massara, gli dà ancora più responsabilità, onori e oneri. Anche le scelte sul mercato passeranno e stanno passando da lui ed il Mister diventa figura centrale nell’avallare o rimandare al mittente le intuizioni di Geoffrey Moncada e portarle sul tavolo di Giorgio Furlani.
Senza Maldini, il ruolo fondamentale di Pioli
Tutto bello, tutto come sognato, forse. Certo, ma tutto anche maledettamente più serio e forse più difficile. Stefano Pioli, infatti, si ritrova con la fiducia piena, con più compiti e responsabilità, ma anche senza salvagenti, senza ancore di salvataggio, senza due figure come Paolo Maldini e Ricky Massara che in queste stagioni lo hanno difeso a spada tratta e lo hanno, in un modo o nell’altro, imposto alla società (Elliott prima, RedBird poi). Oltre a rappresentare uno sorta di ombrello e/o di salvavita per il suo lavoro durante la stagione, Paolo Maldini e Massara, per Pioli, rappresentavano anche il trade union tra società e squadra. Erano tutti i giorni presenti a Milanello, parlavano con i calciatori, facevano da garanti tra le due componenti del Milan e non mancavano mai di dare sostegno ed incoraggiamento quando c’era bisogno. Soprattutto l’ex Capitano rossonero, poi, era importante, in tal senso, come figura di carisma, leadership, buon esempio e simbolo del vero e proprio milanismo che scorreva nelle vene e veniva trasmesso a tutti i calciatori della rosa. Questo rendeva ovviamente tutto più semplice per Stefano Pioli che ora dovrà dimostrare di essere leader carismatico, capopopolo ed esempio da seguire per tutti, oltre che allenatore dalle idee innovative e vincenti. Anche la perdita di figure come Zlatan Ibrahimovic e Sandro Tonali renderanno questo compito molto più complicato per Pioli.
Mercato sontuoso, Pioli non può sbagliare
Il mercato sontuoso che ad oggi, giovedì 27 luglio, è stato condotto dalla società rossonera, paradossalmente, rende il compito di Stefano Pioli ancor più complicato, centrale ed importante. Dopo la perdita di Ibrahimovic e Brahim Diaz e la cessione di Sandro Tonali, infatti, il Milan è stato attivissimo sul mercato ed ha assicurato, già a fine luglio, ben sette nuovi calciatori all’allenatore. Innesti di qualità, esperienza, spessore e classe. Sportiello, Loftus-Cheek, Romero, Pulisic, Reinjders, Okafor e Chukwueze, ultima ufficialità delle scorse ore. Il Milan, soprattutto, dalla cintola in sù, ha completamente cambiato volto ed è decisamente rivoluzionato. Ora, si attende un altro centrocampista, un vice-Theo e poi le cessioni e qualche accorgimento per sfoltire la rosa. Nel mese di agosto, infine, si potrebbero ricevere altri regali (un’altra punta? un terzino destro? un centrale di difesa?). Staremmo a vedere, ma il Milan 2023/2024 è pressoché fatto e con largo anticipo, rispetto alle previsioni, ma anche rispetto alle rivali di campionato. Anche per questo motivo, quindi, Mister Pioli non ha più scuse ed è chiamato a far bene da subito. Amalgamare tanti nuovi innesti e trovare subito la quadra non è mai facile, ma il faraonico mercato non lascia scampo al tecnico parmense. Ora, la domanda è una soltanto: dopo aver riportato il Milan in Champions e a vincere lo Scudetto, grazie anche alla vicinanza ed al lavoro di Paolo Maldini, sarà in grado Stefano Pioli di vincere anche questa sfida?