Stefano Pioli, insieme a Fikayo Tomori e Ivan Gazidis, ha raccontato ai microfoni di The Athletic la vittoria dello scudetto del Milan. Ecco tutte le sue dichiarazioni.
“Non so chi abbia dormito con il trofeo. Onestamente quella notte è stata così intensa e piena di emozione che non ho idea. I giocatori sono usciti fuori e hanno festeggiato quando siamo tornati da Reggio Emilia, quindi non so se l’abbiano preso loro o l’abbiano lasciato a Casa Milan“.
Sui festeggiamenti: “Sarebbe riduttivo focalizzarsi su una sola immagine. L’intera giornata è stata caratterizzata da un sentimento fantastico dopo l’altro. Condividere tutto ciò con i nostri tifosi è stata la cosa migliore che potesse accadere. Vederli tutti felici è stata la cosa più gratificante di tutte“.
Sul suo percorso al Milan: “La linea che il club voleva intraprendere era chiara. Fui informato di ciò. Il club era deciso. Il lavoro che stavamo facendo ebbe grande supporto. Quando lavori con molti giovani, hai bisogno di tempo, hai bisogno di fiducia: il club ci ha dato ciò. Ciò che vorrei sottolineare è che il team esecutivo non mi ha dato solo giocatori giovani. Mi ha dato giocatori giovani forti con un ampio margine di crescita. Sono stati poi aggiunti giocatori del calibro di Giroud, Ibrahimovic, Kjaer, Florenzi e Maignan, che avevano già molta esperienza con le nazionali e nelle lotte per i titoli. Sono stati punti di riferimento per me e per i giovani“.
Sul suo approccio al lavoro: “Ho uno staff che permette di concentrarmi molto sulla gestione degli uomini, sia a livello tecnico che umano. Le statistiche sono importanti, ma la percezione di un allenatore, il suo istinto… È difficile immaginare di scegliere un giocatore perché i miei analisti mi fanno notare che ha una percentuale di passaggi completati alta. Ho fiducia nelle mie sensazioni. Vedo i miei giocatori, mi piace guardarli e cercare di capire cosa gli passa per la testa quando decido chi far giocare. Nonostante ciò, in generale abbiamo un taccuino con sei-sette statistiche sulle quali ci focalizziamo così da portarci in una posizione di vantaggio“.
Su Tonali: “Se pensiamo a Sandro, lo scorso anno era alla sua prima esperienza in un grande club. C’era molta più pressione con la quale fare i conti. Ci saranno momenti in cui non sarai al top della forma. Ha sofferto molto. Poi, un anno dopo, abbiamo avuto l’opportunità di vedere il vero Tonali“.
Sul momento chiave: “È stato quando ci siamo rivisti a Milanello per la prima volta, il 6 luglio dello scorso anno. Abbiamo parlato, volevamo ambire ad obiettivi alti. Non saremmo stati contenti di un altro secondo posto, poiché lo avevamo già conquistato. È stato importante perché ho visto attenzione nei miei giocatori su quanto fossero forti, una positività, una fiducia. Questo tipo di sensazioni sono molto importanti per un allenatore all’inizio di una nuova stagione“.
Sull’infortunio di Kjaer: “È stato un momento critico, perché perdevamo un giocatore veramente importante, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche umano. Simon ha veramente un grande carattere, è un vero leader“.
Sul mercato di gennaio: “Ne abbiamo parlato con i dirigenti. Abbiamo visto la cosa in questo modo: acquistavamo un giocatore al livello di Tomori e Kjaer oppure sviluppavamo e davamo fiducia ai ragazzi che avevamo a disposizione. Ancora una volta abbiamo avuto ragione perché Kalulu ha dimostrato di essere un giocatore fantastico, la rivelazione di questa Serie A“.
Su chi dubitava del Milan: “Lo ripeto, ci abbiamo sempre creduto. Secondo me sono state due le partite decisive. La prima è stata la rimonta nel derby di febbraio, altrimenti il distacco dall’Inter sarebbe stato difficile da colmare. La seconda è stata la vittoria all’ultimo minuto con la Lazio che è arrivata dopo la sconfitta contro l’Inter in Coppa Italia. Questi momenti ci hanno dato ancora più fiducia e la sensazione di potercela fare. Poi vincere le ultime sei gare quando chiaramente avevamo il calendario più complicato ha dimostrato l’abilità e la tenuta mentale dei miei giocatori“.
Sulla prossima Champions: “C’è molta più sostanza e profondità nella nostra squadra ora. Saremo in prima fascia in Champions, ma ciò non ci renderà le cose più facili perché si gioca una competizione ai massimi livelli. La affronteremo fiduciosi di avere una chance ed arrivare alla fase ad eliminazione diretta“.