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MP: il nuovo organigramma dirigenziale del Milan, si va verso la definizione. Moncada, Furlani e non solo. Ma ecco perché è soprattutto una lotta di potere

Da quattro si passa a tre. Da Furlani, Maldini, Massara e Pioli si passa a Furlani, Moncada e Pioli. Una semplificazione che, nelle idee della proprietà, dovrebbe attuarsi a partire già dai prossimi giorni. In poco meno di un anno il Milan saluta quindi tre delle figure chiave per la sua rinascita, economica e calcistica, rappresentate da Ivan Gazidis, Paolo Maldini e Frederic Massara.

Milan: Geoffrey Moncada
Milan: Geoffrey Moncada

Era una rivoluzione ventilata da tempo e non è un caso la permanenza dell’attuale capo dell’area scouting, in scadenza a fine giugno e con l’accordo per un rinnovo pluriennale già in tasca. Avrà compiti ben più influenti nelle questioni di mercato, diventando a tutti gli effetti un direttore tecnico. Un’opportunità anche per lui che per tanto tempo è vissuto nell’ombra, ma anche una grande responsabilità.

Non sarà certo facile sostituire una figura ingombrante come quella di Paolo Maldini, soprattutto nelle trattative con i giocatori. In passato, lo stesso Ivan Gazidis, non certo uno che ha avuto un rapporto rose e fiori con l’oramai ex direttore dell’area tecnica rossonera, sottolineò la sua importanza nell’opera di convincimento degli obiettivi di mercato. Theo Hernandez, per dirne uno. Coi talenti ha dimostrato di saperci fare nella scelta, ma questa sarà la vera prova del nove per Geoffrey Moncada.

Milan: Giorgio Furlani all'evento di Fondazione Milan (Photo via AC Milan)
Milan: Giorgio Furlani all’evento di Fondazione Milan (Photo via AC Milan)

E poi colui che è sempre vissuto nel mito di Adriano Galliani e probabilmente dovrà ricomprare un ruolo molto simile a quello dello storico amministratore delegato, oggi al Monza. Stiamo parlando di Giorgio Furlani, che è stato uomo di fiducia del Fondo Elliott (Portfolio Manager) e ora lo è per RedBird e Gerry Cardinale. Quello di ieri in un hotel milanese è stato quasi un passaggio di consegne: Maldini che lascia il luogo, Furlani che arriva e si confronta con Cardinale.

La coesistenza è apparsa difficile per due che, a loro modo, hanno sempre voluto il bene del Milan. È stato il referente del fondatore e managing partner del gruppo statunitense, ora avrà un compito ancor più operativo nel mercato: vedremo se si farà valere come ha fatto, stando ai tanti manifesti di elogio bipartisan comparsi sui quotidiani, nella trattativa per il rinnovo di Rafael Leao.

Milan: Stefano Pioli (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Stefano Pioli (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

Infine Stefano Pioli, che non svolgerà il ruolo di manager all’inglese, ma sarà ben più coinvolto rispetto al passato con le strategie di mercato e la scelta dei giocatori. Maggiori responsabilità anche per lui che ha chiesto giocatori forti ed intelligenti: sarà lui in prima persona ad approvare l’arrivo di nuovi acquisti.

Ma cos’è veramente che ha fatto scatenare questa decisione? Sicuramente il carattere di Paolo Maldini e certe uscite (da quella alla Gazzetta dello Sport del maggio 2022 fino a quelle di questo maggio sugli investimenti) non hanno fatto che incrinare un rapporto mai stato idilliaco per le visioni di calcio e di società ben differenti. Ora non sarà facile e cambierà anche la rilevanza di Pioli, colui che dovrà davvero cercare di mantenere gli equilibri anche all’interno del gruppo squadra. Ciò che spiace maggiormente, per tutto ciò che sta uscendo dai piani di Casa Milan e non solo, è che quel che è accaduto abbia tutti i crismi di una vera e propria lotta di potere. Alle spese del Milan.

 

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