L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport ha realizzato un approfondimento sulle novità tattiche messe in campo dalle big nella prima giornata di campionato. Per quanto riguarda il Milan, il quotidiano evidenzia come il mercato abbia portato in rossonero tante facce nuove e Pioli sia passato dal 4-2-3-1 al 4-3-3, ma con principi non canonici. Non c’è, almeno per adesso, un regista classico, e Krunic ha la tendenza a toccare troppo la palla. In pratica, il modulo è flessibile, l’obiettivo è quello di creare superiorità nella zona in cui gravita il pallone per poter arrivare più rapidamente possibile al tiro.
Reijnders a Bologna non ha sbagliato nessun passaggio, ha letto benissimo lo sviluppo della manovra e ha anche mostrato buoni tempi di inserimento. Nel gioco funzionale i calciatori ricevono alcuni compiti e li svolgono non necessariamente nella posizione di partenza. Si prescinde dalle posizioni per far emergere le conoscenze e le qualità: pensando a giocatori come Reijnders, Pulisic e Loftus-Cheek, a elementi arrembanti come Theo Hernandez e a dribblatori come Leao e Chukwueze, può essere una soluzione vincente.
L’equilibrio in mezzo non è così scontato, un po’ di disordine sembra consequenziale a quest’idea di gioco e anche alla tendenza di avere molti tuttocampisti nel reparto centrale. Una migliore conoscenza reciproca porterà comunque dei giovamenti. Nell’era Pioli il Milan non ha mai effettuato un passing-game classico, ma nell’anno dello scudetto era spietato quando ripartiva velocemente con tanti giocatori. Adesso quel concetto viene traslato in una situazione di possesso. E una maggiore densità in un settore può favorire il cambio di gioco sul lato debole, potenzialmente letale con attaccanti così veloci.