HomePrimo PianoIl lavoro nell’ombra: la metamorfosi sostenibile del Milan

Il lavoro nell’ombra: la metamorfosi sostenibile del Milan

Era il 10 luglio 2018 quando il Fondo Elliott acquisì quasi totalmente le quote del Milan (si parla di 99,9% circa). Da quel momento il Milan è stato sottoposto ad un restyling totale dal il punto di vista societario. Il valzer di cambiamenti cominciò con l’addio del duo Fassone-Mirabelli.

Milan: Fassone, Mirabelli, Montella – Milanpress, robe dell’altro diavolo

A quel punto, nel giro di due mesi, furono ingaggiati in serie Leonardo, Paolo Maldini e Ivan Gazidis. I tre divennero rispettivamente direttore generale dell’area tecnico-sportiva, direttore strategico area sport ed amministratore delegato.

Stagione 2017-2018

I tre nuovi dirigenti rossoneri dovettero far fronte ad una situazione causata dalla stagione precedente: il Milan era diventata la seconda squadra per monte ingaggi in Serie A, con una cifra al netto che si aggirava intorno ai 58 milioni (57,9 per la precisione). Il lordo indicava una cifra poco più alta dei 107 milioni, a quanto riporta il portale Calcio e Finanza. Secondo la Gazzetta dello Sport, invece, i milioni lordi spesi dalla società in stipendi erano 117, che rendevano il Milan secondo solo alla Juventus (164 milioni).

Vi era una differenza sostanziale anche con la terza classificata, la Roma, che vantava 91 milioni lordi spesi per gli ingaggi. La causa di questo exploit rossonero fu il mercato faraonico del 2017, guidato dall’accoppiata Fassone-Mirabelli, che oltre a ciò rinnovarono anche il contratto in scadenza a Gigio Donnarumma. Essi garantirono al portiere l’ingaggio monstre di 6 milioni all’anno.

Mirabelli e Fassone – Milanpress, robe dell’altro diavolo

Stagione 2018-2019

Con l’avvento di Elliott, inizialmente, il vento non cambiò. Per quanto riguarda la stagione 2018-2019, infatti, il monte ingaggi si alzò ancora, raggiungendo una quota che, a seconda dei dati, oscillava tra i 65 ed i 68 milioni netti. Il lordo arrivò a toccare i 140 milioni, ma la differenza con la Juventus diventò ancora più ampia (219 milioni la squadra bianconera). Nel frattempo recuperò terreno l’Inter, con un valore che si attestava intorno ai 116 milioni.

La causa di questo aumento fu un intreccio di mercato con i bianconeri, che portò Caldara ed Higuain a Milano e Bonucci nuovamente a Torino. Il Pipita su accordò per uno stipendio di 9,5 milioni l’anno, cifra che non si vedeva al Milan dai tempi di Ibrahimovic e Kakà. In realtà, poi, sappiamo tutti com’è andata, con il ritorno a gennaio alla Juventus e la partenza in prestito al Chelsea. In questo modo i rossoneri riuscirono a mettere a bilancio “solamente” la metà dello stipendio annuale dell’argentino, il quale tuttavia fece schizzare alle stelle il monte ingaggi dell’annata.

Gonzalo Higuain - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Gonzalo Higuain – Milanpress, robe dell’altro diavolo

Stagione 2019-2020

Nuova stagione, vecchi vizi. Al termine della stagione 2018-2019 avvenne un’ennesima rivoluzione dirigenziale in casa Milan, con l’addio di Leonardo, che si dimise. Nel frattempo, la società decise di puntare decisa sulla figura di Paolo Maldini, che diventò direttore tecnico, una figura che lo portò sempre più al centro del progetto. Al suo fianco arrivarono sue nuove figure: la prima è quella di Zvonimir Boban, Chief Football Officer, che è stato licenziato il 7 marzo per via di dichiarazioni non andate giù alla società; la seconda è quella di Frederic Massara come direttore sportivo.

L’obiettivo era uno: ridurre quel dato, cercando di puntare su talenti giovani e futuribili, in linea col progetto nella testa dell’amministratore delegato Ivan Gazidis. I risultati si sono presto visti, perché secondo i dati forniti dalla Gazzetta dello Sport, la stagione iniziò con un tetto salariale molto inferiore a quello dell’anno precedente. 54,6 milioni netti spesi, a fronte di un lordo di circa 115 milioni. Questo risultato ha posto il Milan al quarto posto nella classifica di categoria, dietro a Juventus, Inter e Roma. Indicativi furono gli acquisti estivi: Krunic e Bennacer dall’Empoli, Rafael Leao dal Lille, Leo Duarte dal Flamengo, Theo Hernandez dal Real Madrid e Ante Rebic in prestito biennale dall’Eintracht Francoforte. L’ingaggio più alto era quello di Ante Rebic, 3 milioni netti all’anno, mentre per tutti gli altri da 1,5 milioni a scendere.

Milan: Maldini e Massara - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Milan: Maldini e Massara – Milanpress, robe dell’altro diavolo

Stagione 2020-2021

In primis va fatta una precisazione: ad oggi ci troviamo nel bel mezzo della sessione di mercato estiva, quindi i dati che verranno esposti sono in continuo aggiornamento.

Il Milan inizia questa nuova stagione con una certezza in più e senza alcuna rivoluzione generale, a differenza di quello che era accaduto nelle ultime annate. La certezza in più è data dalla figura di Zlatan Ibrahimovic, che come vedremo influirà particolarmente nel valore del tetto salariale di quest’anno.
Il suo rinnovo annuale, venuto a costare 7 milioni di euro, è un segnale forte lanciato dalla società rossonera. L’obiettivo è  sì quello di costruire un progetto partendo da una base giovane, ma ad esso devono essere affiancate delle figure esperte, capaci di garantire più personalità e carisma.

Si tratta di una vittoria personale per Paolo Maldini, che da tempo porta avanti questa tesi. Le prestazioni post-lockdown hanno convinto Gazidis ed il Fondo Elliott, che hanno deciso di continuare su questa strada, senza tralasciare gli innesti giovani e di prospettiva, Tonali è la conferma di questo.

L’ex Brescia è uno degli ultimi acquisti rossoneri ed andrà a guadagnare 2 milioni all’anno. In questo modo, il monte ingaggi odierno supera di poco i 52 milioni netti e tiene conto di esuberi importanti come Halilovic (1,5 milioni l’anno), Paquetà (1,7 milioni l’anno) e Musacchio (2 milioni l’anno). A questi milioni andranno poi aggiunti gli stipendi di altri possibili acquisti, se mai ce ne saranno.

Se guardiamo i dati, negli ultimi due anni i costi sono diminuiti esponenzialmente. Essi sono passati dai 65-68 di due stagioni fa ai 52 di questa, una diminuzione di 15 milioni circa.
La società, sotto questo punto di vista, vorrebbe mantenere un profilo basso, almeno finché i conti non torneranno a posto.

Milan: Zlatan Ibrahimovic - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Milan: Zlatan Ibrahimovic – Milanpress, robe dell’altro diavolo

Cosa aspettarsi da qui in avanti

È importante, oggi, tenere conto della situazione di crisi economica che caratterizza questo momento storico. Tutte le società soffriranno perdite e dovranno, come già stanno facendo, muoversi con più cautela sul mercato.
La via che tutti, per forze di cause maggiori, dovranno seguire è quella della sostenibilità, una via già intrapresa dalla società Milan.

Talvolta aspetti che sembrano secondari, se analizzati un po’ più nel dettaglio, rendono l’idea del lavoro che viene fatto all’interno di una società. È in atto un cambiamento, ma l’ambizione è sempre quella: tornare ad essere il Milan che tutti temevano.

Maldini Massara Gazidis - MilanPress, robe dell’altro Diavolo
Milan: Maldini, Gazidis e Massara – Milanpress, robe dell’altro diavolo

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