Negli ultimi anni con Stefano Pioli si è notato qualcosa di diverso a livello caratteriale. Un’astratta ma ben concreta voglia di andare su ogni pallone, esaltare la curva a San Siro e digrignare i denti in trasferta come se fosse un vero e proprio campo di battaglia. Negli ultimi anni, ripetizione voluta, si sono rivisti in piccola parte alcuni momenti gattusiani, furbizia e cattiveria agonistica nello sporcare le partite quando i giochi si fanno duri.
Chiaramente anche nei Milan più belli della storia succedeva di non veder girare i propri campionissimi e ad affidarsi perlopiù a giocate di sacrificio. I tifosi rossoneri, dall’animo lavoratore e casciavit, hanno sempre voluto e chiesto questo ai loro beniamini: la voglia di tornare negli spogliatoi con la maglia fangosa, sudata e sanguinata (metaforicamente, si intende).
Il Milan di Pioli ha dimostrato in più occasioni questa capacità, ma alcune partite di questa stagione non vanno proprio giù. La trasferta con la Cremonese sa di occasione persa, seppur estremamente dominata. Quando i ragazzi in maglia bianca si avvicinavano alla porta protetta egregiamente da Carnesecchi, ci si aspettava il tocchettino, il gollettino, il movimento qua e là… Si, ma la concretezza si è vista?
Purtroppo al Milan di questa stagione manca la fame e si è visto in più occasioni. Fermo restando che i ragazzi sono secondi in Serie A ed agli ottavi di Champions League e non va buttato via nulla del percorso, la denuncia arriva da due colonne portanti, in campo ed alla scrivania.
Paolo Maldini dopo la partita vinta con il Salisburgo disse: “Sono affamato. Da stasera si parla di altro“. Esattamente 6 giorni dopo Simon Kjaer dice in maniera negativa: “Chi non ha fame deve rimanere a casa“. Ebbene, si intravede come il succo del nuovo Milan sia quello: dimostrare di valere la maglia rossonera e tutti i suoi successi.
Uno scudetto, per quanto sia storico e uno dei momenti sportivi più belli per un tifoso, va valorizzato, migliorato. Non deve essere un successo a sè stante, ma un inizio di qualcosa di più grosso. Che Maldini voglia di più in Champions League è un segnale positivo da parte di chi guida un intero club. Che Kjaer allo stesso modo faccia notare che qualcuno non stia dando il meglio, è un indizio che il Milan potrebbe, e dovrebbe, dare di più.