Se ci avessero detto che avremmo goduto così tanto nei confronti di Calhanoglu, forse, non ci avremmo creduto. Perché il turco, che pure ha segnato un rigore, ha giocato (bisogna ammetterlo) una discreta partita e si è permesso di sfidare la Curva Sud con il gesto delle orecchie come a dire «Non vi sento» (l’unico in tutto lo stadio, perché noi i cori «Calhanoglu figlio di…» li abbiamo sentiti benissimo), alla fine non ci ha battuto. Anzi, a conti fatti è lui che ci smena, perché resta ancora a -7 nella squadra dove ha deciso di andare, vendendosi per appena 500mila euro in più.
Ciao ciao Calhanoglu, non hai capito nulla
Ma non colpevolizziamolo troppo, il buon Calhanoglu. Perché non ha colpe se non aveva capito, in estate, che il progetto del Milan era più che ottimo; e non ha avuto nemmeno colpe quando, dopo il rigore trasformato, ha sfidato la Curva Sud e non solo, visto che Florenzi, per poco, non gli salta addosso dopo qualche parola di troppo che il turco ha deciso di rivolgere a tutta la panchina rossonera.
Florenzi, vero core de Milan
Già, Florenzi. L’ultimo arrivato, uno nato e cresciuto a Roma, con la Roma nel cuore, che ha giocato a Parigi e Valencia. Cosa c’entra con il Milan? Niente, verrebbe da dire. E invece no. Ecco, Florenzi è l’emblema dell’attaccamento non alla maglia (quello, oggettivamente, non esiste più da anni), ma al progetto sportivo. Che in questo caso risponde al nome di Milan, non Poggibonsi o Castel di Sangro (mi perdoneranno i tifosi di queste squadre).
Calha, ti aspettiamo al ritorno
Calhanoglu l’aspettiamo al derby di ritorno, dove è vero che sarà l’Inter in casa, ma è altrettanto vero che di milanisti ce ne saranno tanti. Milanisti veri, nati rossoneri o diventati come Florenzi; perché, caro Calha, certi atteggiamenti devi avere il coraggio di portarli avanti. Non tutti sono Ibrahimovic, al quale si perdona il suo passato all’Inter. Tu, per il tifoso del Milan, vali davvero poco.
Percorso quasi netto, 11 punti su 15 negli scontri diretti
L’importante è che, dopo undici gare, questo Milan è ancora imbattuto in Italia, con undici punti conquistati sui quindici a disposizione negli scontri diretti. I due pareggi, maturati a San Siro contro l’Inter e a Torino contro la Juventus, un percorso più che signorile. Senza Calhanoglu, spesso con 7/8 e più giocatori indisponibili e un Brahim Diaz che, ultimamente, causa anche covid, non gira. C’è quasi da rammaricarsi che ci sia la sosta per le nazionali: avessimo giocato, avremmo avuto la possibilità di spingere i cugini nerazzurri ancora più lontani.