Era da un po’ che dalle parti di Milanello non si vedeva un’infermeria così vuota, con il solo Tommaso Pobega a popolarla. Durante la stagione sono stati tanti – alcuni anche in contemporanea – gli infortuni in casa Milan con Stefano Pioli che ha dovuto fare i conti con l’emergenza tra il reparto difensivo e quello offensivo. Adattare Theo Hernandez al centro, richiamare Gabbia dal prestito al Villarreal e far esordire un ragazzino di 15 anni sono state solo alcune delle mosse anomale che il Milan è stato costretto a sperimentare durante il periodo di magra.
La media di un infortunato a partita ha tormentato i rossoneri soprattutto nell’intervallo di tempo tra novembre e dicembre dove ad uno ad uno sono caduti tutti i difensori e qualche attaccante, la lotta per lo scudetto ha ceduto il passo a quella per un posto in Champions e la Champions stessa è venuta a mancare per una questione di dettagli (pari punti con il Paris Saint-Germain ma differenza reti peggiore).
Proprio il tema dei gol subiti è stato – e potrebbe continuare ad esserlo – l’emblema dell’annata rossonera. Tante le reti incassate dovute anche all’alternanza ed alla non continuità a livello di presenze del pacchetto arretrato. Tomori, Thiaw, Kalulu, Kjaer, Gabbia, Theo Hernandez, Pellegrino e Simic.
Pioli ha alternato così i propri centrali a disposizione mischiando spesso e volentieri le carte creando coppie insolite ed ottenendo tutti o quasi gli accoppiamenti disponibili come si fa nei classici giochi di probabilità e statistica. Scherzi a parte, a quasi tre quarti di stagione andata, non si è mai riusciti a creare una stabilità che potesse anche restituire quell’equilibrio che il Milan pare aver perso soprattutto in difesa. Adesso però i problemi sembrano essere stati messi alle spalle. O forse no.
Arma a doppio taglio
I ritorni di Tomori, Thiaw e Kalulu possono dare un’importante boccata d’ossigeno alla rosa ma Pioli sarà chiamato forse nel compito più difficile per un allenatore: gestire tutti gli uomini a disposizione. E farlo con criterio, cercando di creare delle giuste alchimie soprattutto in vista del calendario fitto di impegni che fino al 17 marzo non conoscerà soste tra campionato ed Europa League.
Provando a fare un punto sulla situazione centrali, Matteo Gabbia è quello che ha impressionato di più a partire dal suo ritorno. La strada sua e quella del Milan sembravano sempre più lontane e destinate quasi a non incontrarsi più ma vista l’emergenza si è optato per una di quelle operazioni che se ti va bene, come sembra, ti ritrovi in casa un elemento più che valido, se va male gli trovi un’altra sistemazione. Matteo però l’occasione ha deciso di volerla sfruttare appieno. In pochissimo tempo si è riguadagnato la fiducia di tutti, specie quella dei tifosi, diventando un perno della difesa rossonera.
Difficilmente da qui alla fine Pioli farà a meno di lui, con uno dei tre graditi ritorni che andrà ad occupare il posto accanto a lui. Il più probabile è Fikayo Tomori, che si era ripreso da un momento di appannamento proprio poco prima di infortunarsi. Thiaw e Kalulu saranno le prime riserve con anche Simon Kjaer che è stato costretto a fare gli straordinari ma che ora potrà rientrare nelle rotazioni e giocare con meno regolarità vista l’età ed i problemi fisici.
Il nuovo focus del Milan e di Pioli
La sfida si fa ora più ardua, perché è vero che l’emergenza sconquassa tutti ma non è detto che l’abbondanza sia la chiave per far bene o per risolvere i problemi. Il focus del Milan si sposta dunque su un altro tema: creare il giusto mix ed alternare i giocatori cercando di capitalizzare al meglio il ritorno dell’intera – o quasi – rosa a disposizione. Il momento chiave della stagione sta per arrivare e se si vuole competere per tutti gli obiettivi arrivando fino in fondo non si dovrà sbagliare nulla. A partire dalle scelte. Per non ricadere nel vortice dell’emergenza ma soprattutto per gestire al meglio e come poche altre volte si è visto, il gruppo squadra.