La notizia è arrivata ieri sera e ha sorpreso molte persone: Jens Petter Hauge non fa parte della lista UEFA presentata dal Milan per il proseguimento della campagna europea. Il talento norvegese, arrivato alla corte di Pioli lo scorso 1° ottobre, ha avuto un inizio di avventura in rossonero entusiasmante. Queste sensazioni positive sono andate via via scemando, a causa di diversi fattori che poi analizzeremo in questo spazio.
La realtà dei fatti ci pone dinanzi alla preferenza del tecnico rossonero per un centrocampista in più, rispetto ad un esterno. Una scelta più che ponderata vista l’emergenza alla quale si è dovuto sopperire nel corso della prima parte dell’annata.
Abbondanza sulla fascia, mossa preventiva a centrocampo
La concorrenza dovrebbe essere una prassi in una squadra come il Milan, soprattutto per un giovane arrivato da pochi mesi. Hauge ha avuto un inizio promettente con la nuova maglia anche perché ha avuto spazio, viste le varie defezioni, tra Leao e Rebic. Ora che i due sono tornati a pieno regime e si è aggiunta anche la figura di Mario Mandzukic, il numero 15 norvegese sta trovando difficoltà a disputare minuti sul terreno di gioco. Uno dei motivi per cui è stato escluso dalla lista pare sia proprio questo, l’abbondanza in quel reparto.
Dei presenti, il ruolo può poi essere ricoperto in situazione emergenziale anche da Brahim Diaz, Saelemaekers, Calhanoglu oppure Daniel Maldini. Da sottolineare come l’inserimento di Daniel Maldini non sia connesso all’assenza del norvegese. Il giovane, infatti, rientra nei parametri della lista B, nella quale sono presenti anche Gigio Donnarumma e Matteo Gabbia, entrambi prodotti del settore giovanile.
A tutto questo discorso è ricollegato anche quello riguardante il centrocampo. Nella prima parte di stagione si è dovuta un po’ forzare la mano nell’inserimento di Tonali, non più graduale come inizialmente sembrava essere stato deciso. Il numero 8 ex Brescia ha dovuto più volte sostituire l’infortunato Bennacer e non sempre ha fornito prestazioni degne di nota. L’acquisto di Meite ha rimpolpato il reparto che è composto anche da Rade Krunic, il quale non si trova troppo a suo agio, va detto, nel ruolo di mediano. Il bosniaco nasce come mezzala, posizione che in questo sistema di gioco non è rintracciabile. Visti i tanti impegni, le possibili variabili tra positività al virus ed infortuni, Pioli ed il suo staff hanno ritenuto più opportuno riservarsi più alternative in questa zona del campo.
La lunga stagione di Hauge
L’altro aspetto, che forse viene poco evidenziato, riguarda la tenuta atletica del talento norvegese. La stagione è iniziata per lui il 16 giugno, con la partenza del campionato in patria con la maglia del Bodø/Glimt. Da quel momento non si è più fermato, disputando ben 18 gare di campionato fino alla fine di settembre, momento del suo passaggio in rossonero. Con l’aggiunta dell’Europa League e delle prime uscite con la nuova maglia, in totale ha raggiunto, sino a questo momento, le 39 presenze da giugno, tra subentri e non. In più anche un’altra variabile non meno importante, quella dell’adattamento al nuovo Paese.
Dall’ambiente rossonero filtra che Hauge abbia accolto in maniera costruttiva l’esclusione, segnale di un ragazzo consapevole ed intelligente. Le ultime prestazioni sono state sottotono e questo è sotto gli occhi di tutti. La forma fisica non è sembrata delle migliori. Un periodo di appannamento abbastanza normale per un ragazzo e per le circostanze raccontate. Tutta questa situazione non può che trasformarsi in una motivazione in più per migliorare ed essere al servizio della squadra nella seconda parte del campionato, dato che serviranno tutte le componenti per continuare quanto di buono fatto finora. E chissà che non possa anche reinventarsi in un altro ruolo, sulla destra o centrale, dato che lui stesso dichiarò di essere disponibile a giocare in qualsiasi posizione sulla trequarti. Un talento che va aspettato e coltivato, un talento da Milan.