Ruud Gullit è intervenuto al Festival dello Sport organizzato a Trento dalla Gazzetta dello Sport. L’ex rossonero ha ricordato, insieme ad Arrigo Sacchi, l’epopea del grande Milan, ma ha avuto modo di parlare anche del presente: ecco le sue dichiarazioni.
“È stata una liberazione dopo un periodo difficile con i vari cambi di proprietà. Non è facile ricostruire in un momento come questo in cui sul mercato le squadre inglesi dominano. Ai miei tempi il Milan acquistava i campioni, adesso succede che debba venderli o lasciarli andare. Non ci sono le grandi star, Ibra è un fuoriclasse ma… è vecchio (risata, ndr)”.
Su Leao: “Ecco, lui ormai è un fuoriclasse. Mi piace perché è istintivo. Lui stesso non capisce se stesso, ha troppa fantasia. Oggi i giocatori sono pieni di istruzioni da seguire, vengono un po’ ingabbiati. È bello che lui voglia trovare altre strade verso la porta“.
Su De Ketelaere: “Non ha paura, ha la mentalità giusta e l’aveva già fatto vedere a Bruges. Gioca libero e questo è importante. Deve ancora un po’ adattarsi al calcio italiano“.
Sul paragone tra questo Milan e quello di Sacchi: “I paragoni sono impossibili perché sono epoche diverse e ci sono difficoltà differenti. E io mi sono ripromesso di non dire mai ‘Ai miei tempi…’. Ogni squadra deve fare la sua storia e questo Milan la sta facendo. Di sicuro quella di Pioli è una squadra offensiva e questo è bello. Non conosco personalmente l’allenatore, ma sta facendo un ottimo lavoro“.
Su cosa manchi per la Champions: “Esperienza. E la fai solo giocando. Adesso è difficile, il calendario è compresso, per andare avanti in Champions devi disputare molte partite. Però è l’unico modo per riabituarsi al ritmo e alla qualità di quella competizione“.
Su San Siro e l’abbattimento: “Era casa mia. Un grande dispiacere, però capisco le motivazioni: in Italia gli stadi sono vecchi. Solo quello della Juve è moderno. Hanno rifatto anche gli impianti di Udine e Bergamo. Ormai bisogna vendere le lounge, i pacchetti completi: una cosa inevitabile“.
Su Maldini dirigente: “Per me è stata una sorpresa. Aveva lasciato la società con un po’ di dispiacere, poi è rientrato e ha fatto benissimo. D’altronde Paolo sa come comportarsi, ha competenza. E per un giocatore sapere che lo vuole Maldini fa tanta differenza: anzi, cambia tutto“.
Su cosa resti del suo Milan: “Un’idea di calcio che non verrà mai cancellata o dimenticata. Eravamo 15 anni avanti per il modo di giocare, di attaccare l’avversario, di fare pressing. E oggi sarebbe tutto più redditizio, perché all’epoca il portiere poteva prendere la palla con le mani sul retropassaggio“.
Sulla lotta scudetto: “La mia favorita per adesso è il Napoli: gioca in modo fantastico. È una squadra organizzata, ma lascia esprimere pure la fantasia individuale. Però anche il Milan è su quel livello. La Juve è in crisi, vediamo se la risolverà in tempi brevi. L’Inter ha ampi margini di crescita. Occhio anche a Roma e Atalanta“.
Su Ancelotti: “Grande Carlo. Gli piace la vita, non è fissato con il calcio. Ha lo spirito sempre positivo e questo piace ai giocatori“.
