Nonostante la sosta per le nazionali abbia consentito a qualche giocatore di recuperare, ha al contempo fatto perdere altri pezzi, dando continuità alla spirale di assenze che attanaglia il Milan da anni e che appare ineluttabile in alcuni momenti specifici.

I primi mesi di questa stagione sono stati particolarmente pesanti da questo punto di vista. Un numero di infortuni muscolari impressionante, ai quali vanno aggiunti altri di natura traumatica. Un mix che sta portando costantemente a formazioni obbligate o fantasiose.

Nel 20/21 e 21/22 queste situazioni portavano spesso ad esaltare lo spirito di squadra. Nelle difficoltà uscivano risorse extra e vigeva la regola del next man up, con giocatori capaci di trovare la luce della ribalta magari anche in posizioni mai ricoperte prima.

Purtroppo questa capacità è come si fosse persa un po’ per strada. Abbiamo visto affievolirsi questa fiamma. Lo scorso anno si è notata questa forza, questa voglia di reagire, solo in alcuni frangenti nevralgici in Champions.

Questo trittico che il Diavolo sta per affrontare, sarebbe ideale viverlo con quella ‘vecchia’ sfrontatezza. Quel coraggio che consente di buttare il cuore oltre l’ostacolo. La spinta però dovrà arrivare necessariamente dall’allenatore e dallo staff.

Compattare, convincere, caricare ogni elemento sarà fondamentale. È un passaggio, molto stretto e decisivo della stagione. Ci si gioca sostanzialmente tutte le chance del girone e una parte importante del campionato. Se Pioli ha ancora un ascendente su questo roster, lo scopriremo nei prossimi sette giorni.