Intervenuto in conferenza stampa, Stefano Pioli si è espresso così alla vigilia molto tormentata di Milan-Fiorentina. Ecco le dichiarazioni del mister in un momento difficile per lui e per il suo Milan:
Su Astori: “Questa è la partita di Davide, è cresciuto qui e poi è diventato capitano della Fiorentina. Domani ci sarà un’iniziativa importante: una raccolta fondi per dedicare un campo a Davide. Da una tragedia come la sua si può trarre qualcosa di positivo e fare del bene“.
Sui risultati deludenti: “Credo che mai come in questo momento le parole servano poco, servono i fatti. Durante la sosta abbiamo analizzato quanto non siamo riusciti ad ottenere prima: ora dovremo mettere in campo quanto imparato“.
Su Camarda: “Il talento non ha età e lui ce l’ha. Il destino a volte ti crea certe occasioni. Dovremo essere molto bravi ad accompagnarlo, come sta facendo lui. Dal punto di vista caratteriale è già maturo. È contento di stare con noi ed è pronto a darci una mano“.
Sulle soluzioni: “Io lavoro e devo rimanere concentrato su quanto stiamo facendo. Abbiamo sempre lavorato per cercare di crescere e migliorare, per non cercare un colpevole ma delle soluzioni. Purtroppo le soste sappiamo come vanno. So cosa rappresenta il mio ruolo: tanti onori, tanti oneri, tanti elogi e tante critiche. Io vado avanti con il club“.
Gruppo migliore che ho mai allenato?: “In questo momento ci sono due atteggiamenti: chi cerca di continuare a creare qualcosa di positivo e chi cerca di rovinare tutto. Io appartengo alla prima categoria. Rimango fiducioso dei miei giocatori e non lo dico tanto per dire. Nelle prime 8 partite siamo stati davanti, poi abbiamo rallentato: ci siamo assunti le responsabilità“.
Su cosa bisogna fare: “Io ho detto che noi dobbiamo dimostrare e la squadra ha le qualità per dimostrare di essere competitiva. Il periodo appena passato non è stato quello che volevamo, ma questi momenti si affrontano con compattezza. Affrontiamo una squadra che ci ha sempre messo in difficoltà: serve attenzione e qualità“.
Sui rimpianti: “I rimpianti e i rimorsi sono delle persone che non provano a fare. Il club ha fatto di tutto per darmi una rosa competitiva ed è quella che abbiamo. È un momento in cui siamo in emergenza, ma sono sicuro che i numeri degli infortuni miglioreranno“.
Weekend decisivo per lo scudetto?: “Mancano 26 partite, tante squadre possono sentirsi ancora in lotta. Significano quasi 80 punti a disposizione. Ma questo non dev’essere il nostro pensiero: la testa va a domani. Sono 4 partite che non vinciamo in campionato: dobbiamo tornare a vincere“.
Sugli avversari di domani: “La Fiorentina è una squadra che gioca un calcio molto offensivo e che concede qualche spazio, ma è difficile da affrontare. I momenti delicati nel corso della stagione accadono a tutte le squadre. Corsa Champions? Ci sono ancora troppe gare“.
Sugli infortuni: “L’unico veramente cruccio che ho è che non siamo riusciti ad abbassare il numero di infortunati tranne il primo anno. Quando si fa male un giocatore a Milanello soffriamo. Ogni anno cambiamo qualcosa. Adesso è facile dire che si poteva fare meglio prima. Ogni infortunio è differente. Le nazionali non ci danno una mano perché Okafor ha giocato tre partite consecutive e aumenta il rischio. Stiamo cercando di arrivare ad una performance migliore“.
Su Okafor: “Io i ct non li ho mai chiamati perché ho rispetto per il loro lavoro. Il problema non è solo di Okafor o della Svizzera, ma dei calendari. È un problema da affrontare per tutti. Lo spettacolo non può essere di alto livello“.
Sui demeriti: “La squadra lavora benissimo, ma può fare meglio. Siamo stati penalizzati dai risultati per demeriti nostri. È giusto essere criticati, eravamo primi e ora terzi a otto punti. Dobbiamo continuare a lavorare“.
Su Bennacer: “Sta bene, sta bruciando i tempi di recupero e non ha avuto alcun intoppo. Ha finito oggi la prima settimana di lavoro della squadra, la prossima lavorerà ancora con noi. Dalla terza potrebbe tornare con noi: è un recupero importante“.
Su Jovic: “Ci parlo tutti i giorni, come con tutti. Sa il suo ruolo, le sue qualità e ora conosce il nostro gioco“.
Sui secondi tempi: “È la prima volta da quando alleno il Milan che per quattro partite consecutive i secondi tempi sono stati più penalizzanti dei primi tempi. L’errore è calare attenzione e non continuare il piano gara. Siamo stati poco attenti e ci siamo fatti troppo condizionare da episodi negativi. È un problema di qualità, tecnica, di attenzione e di determinazione“.
Su Ibra: “So che Ibrahimovic sta parlando con la proprietà e con Cardinale. Se Gerry ha visto qualcosa di eccezionale in lui, non si è sbagliato. Dovesse tornare a lavorare nel Milan, sarà sicuramente una risorsa. Non so in che ruolo“.
Partite decisive per me?: “Io penso solo a domani, poi penserò a martedì. Il futuro è incerto per tutti: del domani non c’è certezza“.
Sul retroscena Messi-Milan: “Non credo che domani possa essere a Milanello. Non sapevo di questa cosa“.
Ancora su Camarda: “È disponibile. È maturo, leggero e ha fatto molto bene in questi giorni. Tutto questo sarà molto formativo per lui. Sono sicuro che avrà un grande futuro“.
Sui secondi tempi: “Ne ho parlato con i giocatori. Credo che però noi abbiamo sempre avuto un leader: il nostro modo di giocare e il nostro spirito, questo dobbiamo seguirlo con convinzione“.
Desiderio per la stella cadente?: “Che la mia squadra tornasse a giocare per le qualità che le appartengono”.
Sulle situazioni: “La squadra va preparata a tutte le situazioni che possono capitare. Ieri ne parlavo con Velasco che è venuto a trovarci: il calcio è molto semplice, ma giocare a certi livelli è difficile perché le situazioni cambiano in un attimo. Tu devi essere bravo a leggerle e anticiparle. Servirà molta concentrazione e preparazione mentale“.
Sui tifosi: “I nostri tifosi ci hanno sempre sostenuto. Dobbiamo giocare da Milan per mettere in campo tutte le nostre qualità“.
Comunicazione più trasparente per gli infortuni ai tifosi?: “Credo che comunichiamo tutto quello che succede, anzi secondo me comunichiamo anche troppo e altri comunicano meno di noi. Quello che contano poi sono i risultati“.