Una crescita esponenziale. In un anno e mezzo di lavoro per qualcuno, meno per altri. I giovani del Milan sotto la guida di Stefano Pioli stanno dimostrando di essere cresciuti e pronti per il grande salto. La sfida di martedì in Champions contro l’Atletico è stata solo una delle conferme che già si avevano: il Milan può competere ad alti livelli. E se può farlo, il merito è del lavoro di tutti. Un lavoro fatto dentro e fuori dal campo, per migliorare sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista mentale. L’esperienza che in un anno e mezzo hanno acquisito i rossoneri si sta vedendo anche contro avversari di spessore.
LA CRESCITA DI TUTTI: ADESSO AL MILAN NESSUNO È INSOSTITUIBILE
Da Calabria a Leao, passando per Tonali, Bennacer, Saelemaekers ed anche Brahim Diaz. Tutti hanno fatto – e stanno facendo – vedere il proprio valore in una squadra che sembra girare a meraviglia. Tutti stanno dimostrando la loro crescita a prescindere dalla partita, dal ruolo, o dai compagni con cui giocano. La macchina di Pioli viaggia spedita trainata da giocatori che chiamare giovani è ormai riduttivo. Anche nei momenti di difficoltà il Milan riesce a tirare fuori la propria forza. La partita di Tonali e Bennacer – alla seconda presenza in assoluto in Champions League – martedì, in inferiorità numerica, è l’esempio più lampante del fatto che nessuno sia poi così insostituibile. Un giocatore come Kessie, reduce da una stagione straordinaria, ha due degne alternative che possono giocare anche insieme e non farne sentire la mancanza.
Discorso simile per la trequarti: Saelemaekers, arrivato in sordina a gennaio 2020, sembrava la classica riserva dal nome impronunciabile che il campo lo avrebbe visto poco e niente. Alexis invece con il lavoro quotidiano si è preso un posto da titolare e neanche il più esperto Florenzi al momento sembra potergli togliere. All’appello manca solo Pietro Pellegri. Il nuovo arrivato non ha ancora avuto la possibilità di allenarsi con due campioni come Ibrahimovic e Giroud insieme ma al momento è chiamato – insieme a Rebic – a sostituirli. Le occasioni ci saranno: il classe 2001 dovrà cercare di sfruttarle prendendo l’esempio dei nuovi compagni.
“Ancora manca un tassello“, come anche Pioli stesso ha dichiarato, ma il Milan è pronto a dimostrare sempre di più che nell’élite del calcio, dopo esserci tornato, può starci tranquillamente.