Il Milan è in un momento di difficoltà, è inutile nasconderlo. I risultati, gli infortuni, ma anche i fischi del suo popolo che sempre – anche nei momenti più bui degli ultimi anni – ha sostenuto i propri eroi in rosso e nero, pesano come macigni. E pensare che solo poco più di un mese fa, la squadra guidata da Stefano Pioli, si trovava da sola al vertice dopo una sudatissima vittoria a Genova, mentre ora – la vetta – è lontana addirittura 8 lunghezze.

Ma che è successo? Sono bastate solo quattro partite di campionato per rovinare un’annata che ancora non è neanche al giro di boa? Assolutamente no, all’interno di queste partite ci sono tantissime situazioni che, evidentemente, non sono piaciute ai tifosi. I fischi di San Siro dopo Milan-Udinese (0-1) e del settore ospiti del Via Del Mare di Lecce (partita terminata 2-2 dopo un doppio vantaggio rossonero) ne sono la chiara prova.

Adesso, dopo una sosta nazionali (l’ultima fino a marzo) lunga ma anche utile, è ora di voltare pagina, seppur in una situazione di lampante emergenza, soprattutto causa infortuni. Ma il Milan sotto l’ala di Pioli è spesso riuscito a uscire fuori da queste situazioni, a volte con brillantezza e lucidità, e a volte portando a casa il risultato in partite sporche. Questa volta però, ci vuole molto di più da parte di tutti, per far ricredere chi dopo solo 3 mesi di campionato vede il Diavolo già in fin di vita.

SETTIMANA PIENA

A partire dalla partita di domani sera contro la Fiorentina (a San Siro), il Milan inizierà una settimana in cui l’errore non è contemplato: un passo falso con la Viola potrebbe voler dire perdere il terzo posto e scivolare ancora più lontano dalla vetta; martedì a Milano approda il Borussia Dortmund, una sconfitta (ma anche un pareggio) potrebbe voler significare dire addio alla possibile qualificazione agli Ottavi di Champions League, una vittoria è fondamentale, ma non darebbe comunque ancora la certezza del passaggio del turno; sabato 2 dicembre, ancora a San Siro, arriva un Frosinone in forma e, tra le altre cose, squadra rivelazione di quest’anno.

I pensieri sono tanti, le tattiche da utilizzare ancora di più, l’unica cosa che però non abbonda sono i giocatori disponibili. Già perché con la notizia dell’infortunio di Okafor di ieri, il Milan si ritrova con un attacco – quasi – inedito: Pulisic ala sinistra (seconda partita stagionale in questa posizione, la prima era stata contro il Cagliari), Jovic punta e Chukwueze ala destra. Certo è che si sono visti tridenti peggiori, ma la mancanza di cambi per poterli far rifiatare preoccupa (e non poco), soprattutto perché dopo 3 giorni c’è la Champions e dopo altri 4 di nuovo il campionato.

Fortunatamente almeno per la sfida con il Dortmund i rossoneri recupereranno Giroud (squalificato per 2 partite di campionato), così da poter dare fiato e qualità ad un attacco alla ricerca di ossigeno. Ma se quantomeno Leao non dovesse recuperare neanche per il Frosinone, l’opzione di provare qualche ragazzo della Primavera potrebbe non essere così astratta.

Per il momento, domani, apparirà per la prima volta nella lista dei convocati di Stefano Pioli uno dei talenti più cristallini delle giovanili del Milan: Francesco Camarda. Se il Coach dovesse decidere di farlo scendere in campo, diventerebbe il giocatore più giovane ad aver mai calcato un campo di Serie A, a 15 anni, 8 mesi e 13 giorni.

Per il momento comunque, è inutile pensare alle partite che vengono dopo la Fiorentina, come l’allenatore rossonero ripete sempre: “Bisogna pensare partita per partita, oggi la sfida e questa, agli altri ci penseremo domani“. Già perché sovraccaricare la testa dei giocatori con ulteriori informazioni e pressioni sarebbe controproducente, e la sfida con la Viola è troppo importante.