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Milan Femminile, Giacinti: “È stato un inizio di campionato non facile, ma siamo una squadra forte e…”

La numero 9 rossonera Valentina Giacinti ha rilasciato un’intervista esclusiva ai microfoni di LFootball.it. Ecco tutte le sue dichiarazioni.

Sicuramente un inizio non facile perché cinque punti di distacco dalla prima posizione sono tanti. Il nostro campionato è difficile, ma il secondo tempo giocato contro la Roma ci ha dato qualcosa in più, maggiori motivazioni e una bella spinta. Questo ci fa capire che siamo una squadra forte e possiamo ancora dire la nostra in campionato“.

Su cosa sia mancato contro Sassuolo e Roma: “Con la Roma abbiamo buttato via il primo tempo. Siamo entrate un po’ impaurite e troppo basse e di conseguenza era difficile poter ripartire e mettere paura alle giallorosse. Nel secondo tempo ci siamo spinte in avanti e abbiamo iniziato a pressare alto e la Roma è andata in difficoltà. Questa è stata la chiave del pareggio e a dir la verità avremmo anche potuto vincerla quella partita. È mancato un pizzico di fortuna. Contro il Sassuolo invece è stata una partita da dimenticare, eravamo tutte spaesate e non so se sia stato il rientro dagli impegni con le nazionali a condizionarci o un po’ di stanchezza, nonostante questi fattori abbiano inciso più per noi perché anche le giocatrici del Sassuolo avevano giocato con le nazionali. Loro hanno fatto molto bene, ma la responsabilità della sconfitta è tutta nostra“.

Sulla sua posizione preferita in campo: “Io mi sento una prima punta, però in realtà ho bisogno di una persona vicino con cui dialogare, che può essere l’altra attaccante oppure il trequartista. Mi piace giocare da sola davanti perché ho più spazi per attaccare la profondità, ma con l’aiuto di una trequartista che può andare a prendere palla tra le linee. In Nazionale mi adatto a tutto, a volte gioco da esterno. Ci sono 23 ragazze, tutte brave e forti e la CT sceglie quelle che ritiene più adatte. Sono comunque un’attaccante, posso giocare benissimo sia da esterno che come prima punta, anche se quest’ultima è la posizione che preferisco“.

Su Boquete: “Vero è una giocatrice fondamentale per noi. Lei vede degli spazi che tante di noi non vedono. Mi trovo benissimo con lei. L’attacco alla profondità per me è molto importante e lei riesce a servirmi al meglio. Sono importanti anche altre calciatrici. Thomas, per esempio, svolge un lavoro straordinario, magari non si nota, ma aiuta tantissimo la squadra. Se arriviamo in porta è anche grazie al suo lavoro sporco“.

Sul rinnovo di contratto: “Ho firmato per altri tre anni perché credo fortemente nel Milan e ci tengo a trasmettere quella voglia di restare qua anche al club. Per me è importante difendere questi colori. Cerco sempre di fare del mio meglio anche se a volte può non essere così, ma ci tengo tantissimo e spero che questo mio impegno venga percepito“.

Sul Milan: “Giocare per il Milan è un orgoglio. Quando indossi questa maglia ti senti addosso tanta responsabilità così come quando indossi i colori della Nazionale. Ogni giocatrice quando scende in campo per il proprio club trasmette attaccamento alla maglia. Il Milan me lo aspettavo proprio così e sono qui anche per far crescere il movimento femminile. Abbiamo bisogno ancora di crescere e che tutto non si fermi qui. Bisogna sempre dar qualcosa in più. Credere nel progetto Milan vuol dire dare una mano alla crescita di tutto il calcio femminile“.

Sulle offerte avute in passato: “Sì, lo confermo. La tentazione di provare a giocare in un altro campionato c’è stata, però ho voluto dare i miei anni migliori al Milan. Poi non si possono mai sapere come vanno le cose. In questo momento mi sento di dare tutto per il Milan“.

Sulla rivalità con Cristiana Girelli: “Sono più rivale con me stessa, nel senso che pretendo tanto e a volte troppo da me. Questo si trasforma in frenesia ed errori banali. Per me è sempre una lotta continua con me stessa. Per esempio, se vince Girelli con 40 gol e io l’anno prima ne ho segnati 20, se arrivo a 30 sono soddisfatta di me stessa perché ho fatto meglio. La prima ‘guerra’ che faccio è con me stessa, poi ovviamente se ti trovi a lottare per il vertice ci pensi e ci tengo a vincere contro Cristiana. Ma questa è anche una cosa che arrivi a pensare verso le ultime partite di campionato, quando sei lì che te la giochi con lei. Durante l’anno succede meno di pensarci. Ma come dicevo la prima sfida è con me stessa, non solo per la classifica cannonieri, ma in tanti aspetti della vita, in cui alle volte sbaglio a pretendere così tanto“.

Su Hoffenheim: “Siamo finite in un girone difficile perché l’Hoffenheim è veramente forte e si sta notando anche adesso come sta andando in Champions. È una squadra attrezzatissima e ci ha messo in grosse difficoltà. Abbiamo preso due gol e non siamo riuscite a fare altro. Questo ci servirà per il futuro per tornare più forti di prima“.

Sul passato e cosa si sia perso: “A volte mi manca il rapporto diretto, l’aspetto familiare che ti davano le piccole società di una volta, come ad esempio il presidente che offriva da bere a tutte dopo una vittoria. Oggi però tanti aspetti sono cambiati positivamente rispetto al passato. Siamo cresciute sia fisicamente che tecnicamente e tatticamente, ci si allena su campi importanti, in strutture di un certo livello, con staff preparati e con alle spalle società come il Milan. Però a pensarci bene del passato prenderei anche qualche ragazza ‘vecchio stampo’ che ti faceva filare, perché adesso le giovani hanno tutto pronto e a disposizione e non sempre si rendono conto che tutto quello che abbiamo è frutto del lavoro di tutte le giocatrici che adesso hanno smesso e hanno fatto tanto per arrivare dove siamo arrivate oggi. Manca ancora tanto e dobbiamo continuare a lottare e non smettere. Tutte insieme dobbiamo parlarci, confrontarci e lottare per far valere i nostri valori, il valore delle donne“.

Sul professionismo: “Qua al Milan mi sento già una professionista nel senso che sono quattro anni che mi sento tale. Aspetto il momento per le varie tutele, ma fondamentalmente siamo già professioniste a tutti gli effetti. Sarà solo nel lato pratico e sarà una svolta per il calcio femminile, per noi donne. Ma il Milan ci tratta già da professioniste. Ci paga i contributi già da quattro anni e ha fatto e sta facendo tanto da questo punto di vista“.

Sul fatto che sia una personalità conosciuta a Milano: “Le mie compagne non vogliono più uscire con me proprio per questo (ride ndr). Scherzi a parte, Milano è una città molto legata al calcio femminile, parlo della parte milanista, poi non so la parte nerazzurra. Tante volte non mi rendo ancora conto di tutto questo. A volte sono anche a disagio, perché è cambiato tutto in poco tempo. Mi capita di avere difficoltà nel capire che la gente mi riconosce. Ci sono persone che mi fissano e io penso ‘ma cosa ha da guardare’ e poi dopo realizzo che invece mi ha riconosciuta. È un po’ strana come sensazione però è piacevole perché vuol dire che stai facendo qualcosa di bello per il calcio femminile“.

Sul futuro: “Uno dei miei obiettivi è quello di imparare bene l’inglese per tanti motivi. Sono stata invitata dalla Uefa ad una riunione, c’erano Boban, Figo, Paolo Maldini, Dani Alves e altri e si parlava solo in inglese. Io capivo ma non riuscivo a rispondere come avrei voluto e mi sono trovata tanto a disagio e mi son detta che devo impararlo davvero bene. Già lo scorso anno avevo iniziato a far lezioni di inglese ma adesso ricomincio due volte a settimana con una professoressa. È importante poter comunicare bene se si vuol fare qualcosa per il calcio femminile“.

Milan: Giacinti - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Milan: Giacinti – Milanpress, robe dell’altro diavolo

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