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Milan e derby, da un 5 febbraio all’altro. Resa dei conti prematura per una stagione che sembra scappar via

Il derby è, per antonomasia e definizione, lo scontro tra due rivali, e nel caso della città di Milano tra due opposte sponde del naviglio. Forse mai come in questa occasione così vicine in classifica ma al contempo così distanti per stato di forma, fisico e ancor di più mentale. A Milanello da qualche settimana pare non funzionare più niente, non hanno avuto efficacia né il bastone né la carota. La lista degli indisponibili si allunga costantemente anziché accorciarsi, mentre il rapporto tra alcuni big e l’allenatore è improvvisamente ai minimi termini, con la conseguenza che anche le questione pendenti di rinnovi scottanti, come quello di Leao, si complicano fino a dover scomodare uffici stampa per smentire strappi irreparabili.

Come il Diavolo sia arrivato in così poco tempo a questa situazione è per certi aspetti inspiegabile. Le ragioni tuttavia però ci sono e sono molteplici quanto moltiplicatrici tra loro. Il mercato estivo ormai è chiaro che non abbia dato nulla a questa squadra e sfortunatamente il più convinto di questo è proprio Pioli. Fiducia sul campo non l’ha avuta nessuno dei nuovi. Senza alcun tipo di crescita dei giovani arrivati quest’anno e con le uscite eccellenti peraltro a parametro 0, la somma poteva e può solo dare risultato negativo.

Non riuscire ad ottenere nulla dai neo acquisti non era prevedibile e ancor meno prevedibile era che il mister potesse perdere appeal con alcuni dei leader di questa squadra. Qui risiede al momento la notizia peggiore, perchè un periodo no con tanti infortunati si supera e il Milan l’ha dimostrato in questi anni, possono arrivare settimane dove le prestazioni non sono ottimali e i risultati altrettanto, ma avere giocatori svuotati da ogni motivazione è inaccettabile a questo livello.

Per quanto inopinata e sproporzionata, la sconfitta col Sassuolo, dovrà esser ben presente nella testa dei rossoneri, perché in nessuna categoria di questo sport si è mai potuto vedere così tanto disinteresse in campo. E se fino alla scorsa settimana potevano esserci discussioni su aspetti tattici, oggi ne si può solo fare un fatto motivazionale e di amor proprio.

Questi giocatori hanno fortuitamente incrociato un momento storico in cui la Curva Sud ha intrapreso una via di cieco sostegno ai colori, con una mentalità che li ha portati in questi anni a sostenere sempre con grande partecipazione e al di là di ogni risultato. I cori instancabili nell’ultimo quarto d’ora all’Olimpico sul 4-0 Lazio, hanno fatto il paio con quelli di tutti i 90 minuti contro i neroverdi. Perfino a fine gara i calciatori hanno salutato e qualcuno chiesto scusa, sotto una Curva che anziché fischiare, incitava in prospettiva della sfida all’Inter.

È un approccio molto coerente della tifoseria, intenso e partecipativo come forse storicamente in passato solo la Fossa dei Leoni assieme alle Brigate hanno saputo dare. Certo, dopo un gennaio così, con una Supercoppa (stra)persa proprio contro i cugini, un KO esterno pesante contro la Lazio ed una sconfitta storica come l’ultima di domenica, vien da pensare fin dove possa arrivare questo amore incondizionato.

E non è questione di credito Scudetto, come erroneamente potrebbe pensare qualcuno. L’affetto e la vicinanza son così da diverse stagioni ormai e c’è da aspettarsi da loro il massimo anche stasera, indipendentemente da come andrà. Il punto invece è che cosa farà la società qualora dovesse arrivare un’altra batosta. Perché c’è un girone intero da giocare, con l’obiettivo minimo del quarto posto potenzialmente possibile da centrare e con un ottavo di Champions League da affrontare dopo quasi un’intera decade d’attesa.

Le super sfide si preparano da sole si è soliti dire. Forse però per la prima volta da tre anni a questa parte, non vorremmo essere nei panni di Pioli.

Milan: Stefano Pioli (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Stefano Pioli (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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