Roma-Milan non è stata una semplice gara per i rossoneri, ma una vittoria con il sapore di predominio totale nei confronti degli avversari. La squadra di Pioli ha avuto in mano il pallino del gioco per 70’ minuti, ed i romanisti hanno avuto qualche occasione con il Milan in dieci, riuscendo a riaprire il match solo al minuto 93. Cio’ che più risalta all’occhio, è la facilità con la quale la squadra ha messo in difficoltà gli avversari, grazie alla guida del proprio tecnico che ha colpito in ogni punto debole. Roma-Milan ci ha anche dato un vincitore nella sfida tra allenatori, perché il mister rossonero ha totalmente annientato il portoghese, con le sue solite intuizioni, lasciando al coach capitolino solo la possibilità di parlare dell’arbitraggio. Cos’altro lascia Roma-Milan? Sicuramente, oltre ai tre punti, anche un diavolo capolista dopo 11 giornate, guidato da 4 leader fondamentali: Pioli, Kjær, Kessie e Ibrahimovic.

Infatti, la spina dorsale della squadra sono e restano loro. Se il Milan ha battuto i giallorossi è merito soprattutto dei leader. Naturalmente, lo scopo non è quello di sminuire la squadra, ma nel match di ieri sera le loro figure sono spiccate come non accadeva da tempo.
Analizzando la partita, è facile notare quanto abbia influito la conformazione tattica in campo: terzini stretti come fossero mezze ali, esterni d’attacco molto larghi, pronti ad andare in verticale, centrali di difesa aperti per ricevere palla, e i due mediani di centrocampo che a turno si abbassavano sia per coprire che per impostare il gioco. Pioli oltre ha fare densità, ha messo in campo una squadra estremamente imprevedibile, con delle idee offensive ben strutturate. Per questo motivo, ed anche per il carisma, la grinta e l’attitudine messa in campo dai protagonisti in campo, è tassativo dover parlare del mister come il primo leader del gruppo.

In campo poi, non è stato difficile individuare i restanti 3: il centrale danese Kjaer, ieri in veste di monumento, è stato insuperabile. Coperture di ogni tipo: sul lungo, negli anticipi, negli 1 vs 1, ed anche sulle conclusioni a botta sicura subite dal Milan. Non si è fatto mancare nulla il classe ‘89, soprattutto la personalità e la sostanza. Mentre a centrocampo, ogni mezzo pallone è stato di Frank Kessie. L’ivoriano ha giocato con grandissima determinazione, mostrando a tutti che è ancora lui l’uomo più decisivo nel centrocampo rossonero. Il periodo in cui la sua forma fisica non era al meglio è passato, ed ora puo’ finalmente riprendersi le chiavi del centrocampo. Ultimo, ma non di meno importanza, il fenomeno svedese, Zlatan Ibrahimovic. Sarebbe superfluo continuare a parlare della sua età, mentre andrebbe analizzata la sua intelligenza nel capire le partite ed assorbire ogni tipo di energia, da qualunque cosa accada attorno a lui. Zlatan si sente vivo in questo gruppo, ed ha voglia di far tornare a vincere questa squadra, prendendola sulle spalle nelle gare importanti e decisive, come ieri sera. Lo svedese ha letteralmente fatto rimbalzare ogni tentativo di difesa ai giallorossi, mostrando ancora una volta la sua classe. Il modo in cui si pone ai compagni, la sicurezza con la quale si presenta ai microfoni, e l’adrenalina che emana ad ogni calcio al pallone, sono l’immagine più bella da mostrare ai compagni, che stanno imparando da lui cosa significhi essere un campione.

Il totem a disposizione dell’allenatore è forte, cresce sempre di più e diverte. I tasselli importanti arriveranno: Derby di Milano alle porte e gara delicata in Champions, con i leader, i fantastici 4, pronti a far brillare la stella rossonera.