Non è ancora passato un anno, ufficialmente, dal closing e il passaggio da Elliott a RedBird, ma Gerry Cardinale è pronto a festeggiare un primo traguardo finanziario molto importante: il suo primo bilancio in utile al comando del Milan. Un lavoro che parte da lontano, ereditato dalla gestione oculata del Fondo Elliott che è passata da una perdita di 195 milioni del 2019/20 ad una di 96 prima e 66 dopo, rispettivamente nel 2020/21 e nel 2021/22. Un club che il fondatore e managing partner di RedBird si è ritrovato con un indebitamento netto finanziario di soli 28 milioni e che con la rivalutazione del marchio (125 milioni) è passato a 131 milioni di patrimonio netto positivo al giugno 2022.
Di tutti questi aspetti parla oggi la Gazzetta dello Sport nel suo approfondimento economico a tinte rossonere. I ricavi di questo esercizio supereranno i 350 milioni, nonostante le plusvalenze irrilevanti registrate. Tra questi introiti, fondamentale è stato il percorso in Champions League, capace di garantire in totale 125 milioni di euro. A questi si aggiunge anche il rinnovo della partnership con PUMA (da 14 a 30 milioni annui). Per quel che riguarda i costi, si registra un incremento “tollerabile” degli ammortamenti e della massa salariale, con rinnovi onerosi ma al contempo l’addio di Kessie e i premi scudetto non replicati.
L’obiettivo ora di Gerry Cardinale è quello di raggiungere quota 500 milioni di fatturato, ma come ben sappiamo tutto dipenderà dal progetto del nuovo stadio (introiti stimati in 80 milioni). Nella nuova stagione entrerà in vigore il nuovo contratto con Emirates, passando da 15 a 30 milioni. Sarà difficile ripetere lo stesso cammino europeo dal punto di vista sportivo e per questo bisognerà attuare una gestione dinamica del player trading che, come detto in precedenza, non ha inciso particolarmente finora.
