A La Spezia si è visto il Milan peggiore di tutta la stagione, peggiore di quello visto con Lille, Juventus, Atalanta e Inter. La quinta sconfitta stagionale (quinta!) su 33 gare inizia a far riflettere, forse un po’ troppo, la critica attorno ai rossoneri. La squadra di Pioli non è mai entrata in partita ed è parsa incapace di reagire ai colpi inferti dai liguri. Una prova inaccettabile, soprattutto per le parole dette da capitan Romagnoli dopo. Il Milan ha peccato sul suo punto di forza: l’approccio mentale alla gara.
A dire il vero, già contro il Crotone era successa una cosa simile durante la prima frazione. In quel caso, però, è bastato un lampo di Ibrahimovic ed una disattenzione della difesa di Stroppa per indirizzare il match. Contro lo Spezia è mancata la spinta dello svedese, ma non solo la sua. Pochi giocatori possono essere “contenti” della loro partita, ma quei pochi hanno le loro motivazioni.
I ritorni (solo quelli), Donnarumma e…
Un tema di cui tenere conto sono i ritorni dal 1′ di Kjaer, Bennacer e Calhanoglu: la spina dorsale del “Milan dei record”. Solo i ritorni però, non tanto le prestazioni. Kjaer non ha commesso gravi errori, mentre gli altri due non sono sembrati in palla, soprattutto il turco. Certo, non bisognava aspettarsi troppo, dato che non giocavano da diverso tempo. Fisiologica la partita sottotono (lo spezzone contro il Crotone ha illuso su Calhanoglu), c’è bisogno di pazienza e minuti nelle gambe. Purtroppo ora i minuti potranno esserci, ma saranno subito decisivi, tra Europa League e due scontri diretti in campionato. Se dalla gara contro lo Spezia bisogna prendere qualcosa di positivo, sicuramente la loro discesa in campo è preziosa in prospettiva.
Gigio Donnarumma, come al solito, ha fornito una buona prestazione. Non buonissima forse, poiché ha avuto alcuni fraintendimenti con i compagni nelle uscite, ma la parata su Saponara nella prima frazione è uno degli highlights del match. Così come l’oramai consueta buona prestazione di Fikayo Tomori, che continua a sembrare sempre di più l’anello che mancava nel reparto arretrato. Il difensore inglese integra la sua velocità all’ottimo tempismo nelle scelte di intervento. Qualità che probabilmente ha anche Kalulu, al quale, però, manca un po’ la prestanza fisica. Il numero 23, invece, ha pure quella e potrebbe trovare sempre più spazio nella seconda parte di stagione.
Disfattismo? No grazie, al Milan serve positività
L’impressione è che la partita di sabato, al di là della giusta delusione, abbia portato una parte della critica a rivedere il reale potenziale del club. Da un lato potrebbe rivelarsi un fattore positivo, può portare ancor più motivazioni ai giocatori. Dall’altro, invece, potrebbe intaccare quello che è stato un altro punto di forza: la consapevolezza. Per questo è fondamentale riprendere il cammino nella positività. Non vedere nero tutto d’un tratto, ma continuare a pensare che dopo una partita ce ne sia un’altra per ribadire o dimostrare la propria forza.
Dal canto suo, il Milan non deve commettere nuovamente l’errore di sottovalutare una partita, di pensare a quella successiva o quelle successive. Contro la Stella Rossa sarà un test importante proprio per questo motivo: non deve esistere domenica, deve esistere solo giovedì. Poi si penserà nuovamente al campionato, con un piccolo appunto: la squadra è a +9 sul 5° posto (nel peggiore dei casi con il recupero di Juventus-Napoli a +7 in caso di vittoria dei partenopei). L’obiettivo primario è la Champions, il resto si vedrà. 21 vittorie, 7 pareggi e 5 sconfitte in 33 partite: per ora la marcia è spedita, ma meglio evitare ricadute che in questo periodo stanno cercando di minare l’ambiente magico creatosi.