Il Milan non necessariamente deve leccarsi le ferite dagli errori di mercato: ci sono stati addii dolorosi e, francamente, ci sono stati addii giusti. Ma quelli passati sottotraccia, quelli: “Massì è solo un giovane“. Ecco, quelli sono sbagliati. Far partire dei giovani è sempre un rischio, perché sono ancora plasmabili. Solo citando alcuni nomi passati nel settore giovanile rossonero ci si accorge dell’importanza della Primavera: Donnarumma, Calabria, Locatelli.
Uno dei grandi rimpianti è stato far partire Pierre-Emerick Aubameyang: è vero che ai suoi tempi la rosa poteva contare su Kakà, Pato ed Inzaghi. Ma è anche vero che poteva essere ceduto solo in prestito, perché le qualità le ha sempre avute. E le ha dimostrate al Saint-Etienne, al Borussia Dortmund, all’Arsenal e nel poco tempo con il Barcellona.
Oggi al Chelsea e traditore dei Gunners, è bastata una presenza per segnare. E stasera ritrova il Milan, con il quale non ha mai giocato prima di oggi in partite ufficiali (ed è incredibile dato che sono passati 14 anni dalla sua dipartita), che potrebbe diventare una delle tante, illustri vittime del talento gabonese.