Se il Milan, finora, ha avuto per gran parte della metà stagione appena trascorsa quasi sempre il gruppo al completo (escludendo Bennacer e Florenzi, fuori da tanto tempo), ora non può più cullarsi neanche su questo. Tra la gara contro l’Atalanta e quella con la Stella Rossa i rossoneri hanno perso 3 pedine fondamentali del proprio attacco: Pulisic, Loftus-Cheek e Morata.
Sebbene Ruben non stesse giocando tanto, ne tantomeno performando al meglio, era l’unico in grado di poter colmare il buco in campo lasciato dalla stella statunitense, per diverse qualità: innanzitutto fisicamente poteva dare una grande mano al reparto di centrocampo, lasciando magari qualche compito in meno ad un Fofana sempre presente in campo, e poi poteva sfruttare l’occasione per tornare nell’ottima forma che ha mostrato l’anno scorso.
La chance purtroppo è sfumata dopo poco più di mezz’ora ieri. Morata invece qualche problemino fisico l’ha sempre avuto e, forse, c’era da aspettarselo. Comunque dal bollettino medico di questa mattina sono state escluse lesioni. Di buono comunque non c’è niente, se non uno spiraglio di luce per la stellina rossonera Francesco Camarda, che piano piano il suo spazio tra i grandi se lo sta ritagliando.
Al momento l’esperienza in Serie C non sta dando i frutti sperati, ma è anche risaputo che si tratta di una categoria dove i difensori non te le mandano tanto a dire, e vedendo un ragazzino apparentemente “fragile“, ma più che talentuoso, è normale che concentrino su di lui la loro attenzione. Rimane comunque un ottima occasione dove poter fare esperienza (proprio al riguardo di quanto appena detto) e crescere fisicamente, che forse è l’ultimo step che gli manca prima di poter essere considerato un calciatore professionista vero e proprio.

Però i colpi ce li ha, lo ha dimostrato contro il Club Brugge con quel gol annullato solo perché la sorte era indispettita dalla velocità con cui aveva insaccato quel pallone, e lo ha dimostrato contro la Stella Rossa ieri: dal suo colpo di testa è scaturita la traversa e poi il gol di Abraham nei minuti finali. Si tratta di avversari non tra i top d’Europa, con tutto il rispetto, ma è un inizio. A volte ci si dimentica che ha ancora 16 anni: ne compirà 17 il 10 marzo.
Le sue presenze in Serie A quest’anno ammontano a 3, con un’unica partita (a Cagliari) giocata da titolare. Con l’infortunio di Morata, e con Jovic sempre più fuori dalle idee di Fonseca, Camarda si può rosicchiare qualche ulteriore minuto come sostituto di Abraham, che ad oggi non sta facendo affatto male: 5 gol e 4 assist in 16 partite.
Sul loro spirito, inoltre, anche l’allenatore portoghese fa molto affidamento: “Voglio gente come Camarda e Abraham, pronti a morire per il Milan“, ha pronunciato ieri nel post partita. Senz’altro lo rivedremo in campo entro la fine di questo 2024, ma come a tutti a lui serve ancora ancora tempo, tanto allenamento (a cui è più che devoto) e fiducia dell’ambiente (che non è mai mancata). Il gol? Come ha detto lui stesso ieri lasciando San Siro: “Arriva, arriva“.
