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Milan, nessuno può togliere merito ad un cerchio che si è chiuso. Nel nome di Kessie

Milan in Champions League. Non avrebbero desiderato leggere frase migliore i tifosi rossoneri alzandosi in questo lunedì piovoso. Una frase che non si sentiva dal lontano 2013, quando il Milan di Allegri conquistò l’accesso alla massima competizione europea sul campo del Siena. Quel Milan riuscì a superare i gironi a dovette arrendersi all’Atletico Madrid. Nel doppio confronto i colchoneros ebbero la meglio sia all’andata che al ritorno. Quell’Atletico Madrid raggiunse la finale ma fu sconfitto dal Real Madrid. Nel 4-1 subito al ritorno si registrò anche l’ultimo goal del Milan in Champions League. A siglarlo fu proprio Ricardo Kakà, uomo simbolo delle imprese rossonere in territorio europeo. A proposito di imprese, anche quella di ieri va considerata tale a tutti gli effetti. Vincere 0-2 al Gewiss Stadium è per grandi squadre, per formazioni da massima competizione europea. La vittoria in trasferta di ieri rappresenta un record per la nostra Serie A, infatti mai nessuna squadra era riuscita a vincere per sedici volte lontano da casa. Tre punti che valgono tantissimo anche a livello economico, visto che porteranno introiti necessari a puntellare una rosa già molto competitiva.

Tutto è cominciato proprio al Gewiss Stadium in quel 22 dicembre 2019. Il Milan di Pioli, arrivato da un paio di mesi sulla panchina rossonera, subisce un’umiliazione indimenticabile. A Bergamo finisce 5-0 per l’Atalanta e molti, se non tutti i tifosi rossoneri pensano che Pioli non sia l’uomo giusto per rilanciare il Milan. Le macerie lasciate da quella manita sono devastanti, sotto il profilo morale, ma anche sotto il profilo tecnico. Da quella batosta però si è deciso concretamente di tornare a lottare, si è deciso che il Milan è altro, che il tifo rossonero ed il blasone del club meritano molto di più. Da lì a pochi mesi il mondo del diavolo torna a girare nel verso giusto. Acquisti mirati, ringiovanimento della rosa ed inserimento di profili d’esperienza per far crescere i più giovani. Tante nuove personalità entrano “a gamba tesa” a Milanello, due su tutti: Zlatan Ibrahimovic e Simon Kjaer. Quanto sono stati importanti in questo percorso? Troppo. Hanno preso per mano una squadra confusa, persa. L’hanno fatto col carattere, con le prestazioni, con l’esempio. Aldilà delle eccellenti prestazioni in campo, lo svedese ed il danese hanno costruito l’anima del Milan.

Un anno e mezzo dopo eccoci qui, a raccontare la scalata rossonera. Dopo il primo lockdown il Milan inizia a prendere consapevolezza dei propri mezzi. I più giovani si rendono conto che, affiancati da figure senior, possono fare la differenza. Una figura in particolare però cambia e ribalta l’universo rossonero e risponde al nome di Franck Kessié. L’ivoriano sbarca a Milanello nell’estate del 2017 proprio dall’Atalanta, che incassa circa trentadue milioni per la sua cessione. Una cifra importante, ma Kessiè non convince. Troppo discontinuo, troppi errori tecnici. Finisce sotto accusa, viene criticato, arriva anche vicino alla cessione, ma Franck conosce bene il suo potenziale. Con Pioli esplode. Sotto la sua gestione nella scorsa stagione mette a segno tre reti e dimostra da subito di aver cambiato mentalità, ma è nell’attuale stagione che dimostrerà il suo valore. Chiude l’attuale campionato siglando tredici reti e fornendo sei assist. Tredici reti e sei assist. Numeri da capogiro. “Il presidente” cambia volto alla squadra anche per la sua personalità da vero condottiero. Si specializza anche nei tanto discussi calci di rigore. Il Milan ne ottiene venti, record di sempre (il precedente era di 18 della Lazio della scorsa stagione), e lui ne calcia tredici, trasformandone undici. Gli altri sette vengono calciati da Zlatan Ibrahimovic (tre realizzati e tre sbagliati) e da Hakan Calhanoglu (ne ha calciato solo uno segnando alla Lazio lo scorso 23 dicembre). Gli ultimi due, forse i più importanti della stagione, li ha messi a segno ieri sera Kessié, in quello 0-2 proprio all’Atalanta che lo aveva lanciato e che aveva cancellato i sogni rossoneri un anno e mezzo fa. Il cerchio si è chiuso.

Milan: Franck Kessie - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Milan: Franck Kessie – Milanpress, robe dell’altro diavolo

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