Eppure sul campo ha provato a rispondere. Dopo le parole di Stefano Pioli prima della trasferta di Lecce – “Da Leao mi aspetto di più, deve essere consapevole delle sue potenzialità” – infatti, l’attaccante portoghese parte dalla panchina, entra al 25′ della ripresa e dopo pochi minuti mette in rete. Da pochi passi e per il 4-1 (diciamo poco utili ai fini del risultato finale), ma fa comunque gol.
Fiducia conquistata? Proprio no. Anche al termine della partita, dopo una vittoria convincente e il gol, il tecnico rossonero ha faticato a dedicare belle parole nei confronti del numero 17: “Al di là della rete, mi aspetto qualcosa in più da lui”. Un desiderio, quello di Pioli, che però pare condivisibile e condiviso anche dal pubblico rossonero. Il ragazzo ha le capacità ma non si applica, dicono spesso i professori ai genitori dei propri alunni. E Leao è un po’ così, dà la sensazione di uno che nelle corde ha lo strappo e il gol, ma che si perde nei leziosismi, nei frequenti cali di concentrazione.
La passione per i colori c’è, e si vede anche dai continui messaggi d’amore sui social, ma rischia di non bastare. Se pensiamo ad un giocatore che ha amato e voluto fortemente il Milan, viene subito in mente Mario Balotelli. E la sua storia in rossonero parla da sola. In molti poi hanno cominciato a paragonare il portoghese classe ’99 a Niang e non solo per la somiglianza fisica: oltre al colore della pelle e le leve lunghe, anche quel fare compassato e a tratti stralunato fanno tornare alla mente l’attuale attaccante del Rennes.
Insomma, un destino segnato, sulle orme delle famose “Tre Creste” composte dall’enfant prodige Stephan El Shaarawy e gli altri due bad boys appena menzionati: tanto talento, tanto affetto per il Milan, ma poi poca sostanza. Ci si augura di no. Anche perché – nonostante passi sempre sottotraccia – ma Leao rappresenta l’investimento più importante dello scorso mercato estivo. Ma nonostante sia passato meno di un anno, le chance rischiano di diventare sempre meno: serve al più presto una svegliata.