Che il derby, in generale, possa restituire ad una squadra quella marcia in più per capovolgere il momento e ritrovare la propria identità, è una scienza non esatta nel mondo del calcio ma assolutamente possibile.
La grande prova, in casa Milan, la si ha avuta lo scorso anno, quando ad un quarto d’ora dalla fine di Inter-Milan, Olivier Giroud insieme a tutto il gruppo guidato da Stefano Pioli, ha deciso di ribaltare la stracittadina milanese, vincendo 1-2 e candidandosi fortemente alla vittoria di uno scudetto che qualche minuto prima sembrava impossibile.
Poli opposti
I giorni che precedono il derby di ritorno, raccontano di due momenti diametralmente opposti tra i Campioni d’Italia, maledettamente in affanno da tre settimane a questa parte, ed i cugini nerazzurri, bravi a trovare continuità di gioco ma anche di risultati: dalla Supercoppa Italiana alla Coppa Italia, senza dimenticare il sorpasso appena rifilato al Milan in campionato.
I rossoneri si presentano a questo derby della Madonnina come peggio non avrebbero potuto. Senza identità, senza entusiasmo, con 9 gol subiti nelle ultime due uscite in campionato, e addirittura 12 se consideriamo proprio la Supercoppa contro l’Inter. Il 2-5 contro il Sassuolo è verosimilmente il punto più basso dell’era Pioli rispetto a questi magici tre anni, che hanno riportato il club rossonero in Champions League prima, alla vittoria dello scudetto poi.
Il Milan arriva al derby da grande, grandissimo sfavorito. Nonostante il tricolore sul petto. Nonostante l’andata dominata sul piano del gioco e vinta 3-2. Sembra cambiato il mondo da tre mesi a questa parte; quello stesso mondo che può ancora ribaltarsi in favore di chi possiede quel disperato bisogno di ritrovare la propria forza, la propria identità.