Tre anni di grande rinascita, ma oggi il Milan non ha più bisogno di Ibra. È stato uno dei pilastri della risalita del Diavolo, con quello Scudetto prima accennato, poi arrivato. Lui, al pari di Stefano Pioli e la dirigenza composta da Paolo Maldini e Frederic Massara, è stato uno dei totem di questo Milan, che da gennaio 2020, con l’arrivo dello, svedese è tornato a livelli di epoca berlusconiana. Ma oggi è arrivato il momento di dirsi addio, senza rimpianti.
Il Milan non ha più bisogno di Ibra
Zlatan Ibrahimovic ha vinto tanto, ma di certo riportare lo Scudetto al Milan dopo tanti anni è stato forse il suo miracolo più grande. Anche Stefano Pioli lo ha omaggiato («È stato il più grande campione che ho allenato») ed è difficile immaginare che Ibrahimovic non faccia più parte del mondo del calcio. Non si vede allenatore, va bene, ma qualcosa lo dovrà pure fare. Ha reso questo Milan pronto per essere competitivo anche senza di lui, come ammesso dallo stesso Pioli.
La svolta del Milan, il futuro di Ibrahimovic
La svolta di questo Milan è avvenuta dopo l’ormai famoso 5-0 subito in casa dell’Atalanta a dicembre 2019. Poi il ritorno di Ibrahimovic, l’Europa League, lo Scudetto, la semifinale di Champions League e ora il ritiro dello svedese. Ma la domanda che tutti si fanno è: cosa farà ora Zlatan Ibrahimovic? Già non è stato facile capire la sua volontà, ma era chiaro che i molti guai fisici spingessero lo svedese verso un addio al campo. Non al calcio, al quale ha detto solo «ciao». Una situazione diversa, ad esempio, rispetto a quella di Marco van Basten nell’estate 1995, quando il Cigno di Utrecht disse stop a tutto. Ora per Ibra si aprono mille scenari, tutti con il cuore rossonero.