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Ibra di nuovo ai box. Riflessioni sul futuro suo e in rossonero: è proprio il caso di andare avanti?

La notizia è arrivata nelle ultime ore, ma in qualche modo era attesa: Ibra di nuovo ai box per almeno due settimane. Zlatan Ibrahimovic ha riportato un risentimento ai flessori della coscia nel ritiro della Nazionale svedese ed ora è arrivato il responso di un infortunio che lo terrà fuori, ancora una volta, dagli allenamenti e dai campi di gioco. Dal suo rientro in campo contro l’Atalanta, ancor prima in panchina contro il Torino, le cose erano state fatte nel modo giusto, almeno per quel che riguarda la sua gestione al Milan. Ad inizio anno stava ancora seguendo il suo percorso riabilitativo che lo ha tenuto lontano da Milanello, poi il rientro, i primi allenamenti, prima metà e metà e poi per interno con la squadra, le prime panchine, qualche minuto in partita, poi qualche spezzone ed infine il match da titolare contro l’Udinese. Partita in cui è arrivato anche il gol ed il record di calciatore più anziano ad andare a segno in Serie A. Lo staff rossonero, quindi, non ha forzato i tempi e ha gestito con parsimonia l’attaccante svedese. L’errore, però, forse è stato proprio quello di voler rispondere presente alla chiamata della sua Nazionale e, stressando e chiedendo troppo al suo fisico, non a caso, è arrivato l’ennesimo infortunio.

Ibra, il suo maggior pregio che ora può essere un limite

Svezia: Zlatan Ibrahimovic (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Svezia: Zlatan Ibrahimovic (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

Il discorso sulla volontà di Ibra di dire sì alla sua Nazionale, però, apre delle riflessioni ancor più ampie. Un grande campione, un calciatore inimitabile, un extraterrestre sia fisicamente che mentalmente, un idolo per tutti i milanisti, e non solo, a cui il Milan, soprattutto quello attuale, dovrà essere sempre riconoscente. Ok, tutto chiaro. Tutto giusto. Ma, siamo sicuri che quello che per anni è stato il suo vero punto di forza che gli ha fatto fare la differenza, cioè il suo carisma, la sua mentalità vincente unita al suo ego smisurato, ora non possa diventare un limite? Siamo sicuri che uno come Ibra sia in grado di capire davvero quando sia il momento di dire basta e appendere gli scarpini al chiodo? Lui ha sempre detto di saper ascoltare il suo fisico e che avrebbe continuato solo se in forma e sicuro di essere ancora importante e determinante. Anche Ibra, per quanto possa sembrare un ossimoro, però è umano e anche lui può avere i suoi limiti. Uno di questi può essere rappresentato dal fatto di non riuscire a dire basta o, almeno, di non rendersi conto quando si dovrebbe dire basta e arrendersi.

Ibra in campo, con il Milan basta così

Dall’altro lato della medaglia c’è il Milan. Maldini e Massara hanno costruito una squadra giovane e vincente e, al netto dell’ultima sessione estiva di calciomercato, hanno sempre fatto acquisti mirati e giusti. In attacco, però, qualcosa non è funzionata. Il solo Giroud, ormai da più di un anno, sta mandando avanti la baracca. Olivier ha, però, 37 anni. E, se hai sbagliato l’acquisto di Origi e il tuo attaccante di punta è in là con gli anni, è davvero paradossale pensare che l’altro a cui pensare di poter chiedere qualcosa ne debba compiere 42 ad ottobre. Il Milan ha bisogno di rinnovare il suo attacco e non può più pensare di fare affidamento su Zlatan Ibrahimovic. Dovrebbe essere arrivata l’ora, quindi, che le due strade si separino, almeno in un rapporto che preveda Ibra ancora in campo. Un ruolo ed un posto nel Milan per lo svedese non mancherà mai, ma a quel punto dovrebbe essere lui a decidere cosa fare del suo futuro. Una squadra che vuole puntare in alto, però, non può più permettersi di fare affidamento, anche per 15′ a partita, su un calciatore di 42 anni. Anche se è un fenomeno, un extraterrestre, un campione, anche se si chiama Zlatan Ibrahimovic. E, sia ben chiaro. In queste righe non ho voluto mancare di rispetto a nessuno, così come spero di non essere tacciato di lesa Maestà. La logica ed il bene del Milan, però, dovrebbero venir prima di tutto, anche davanti ad un campione indimenticabile e a cui vorrò sempre bene come Ibra.

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