HomeIn evidenzaHauge tra futuro e responsabilità: il Milan attende il passo avanti

Hauge tra futuro e responsabilità: il Milan attende il passo avanti

Non andare via in prestito, lavora e lotta per guadagnarti un posto da titolare
Queste le parole di Hakan Calhanoglu, rilasciate ad VG.NO in vista del match di qualificazione ai mondiali, tra Turchia e Norvegia.
Il numero dieci turco, ha infatti consigliato ad Hauge di non cercare nuove sfide altrove, bensì di restare in rossonero e rendersi protagonista. Dalla Norvegia all’Italia, dal Bodo al Milan, con quella voglia di mostrare le proprie caratteristiche tecniche: velocità, dribbling e tiro. La stagione del norvegese era iniziata molto bene, con 3 reti in Europa League, che hanno portato il Milan a superare, da prima in classifica, il girone. Oppure, la prima (ed unica) rete segnata in campionato, al 93’ nella trasferta di Napoli. Poi però, ha giocato solo a sprazzi, non mostrando mai una continuità tale da renderlo indispensabile per mister Pioli.
Il classe ‘99, in questi mesi, ha raddoppiato il valore del suo cartellino, ma ha abbassato nettamente il livello delle sue prestazioni. Quando approdi in una “Big”, le pressioni aumentano, e il margine d’errore è minimo. Ma è proprio questo che distingue un discreto giocatore, dal campione, il saper reggere la pressione e superare le difficoltà. Ed il fatto che lui abbia inizialmente mostrato (seppur a sprazzi) il suo bagaglio tecnico, potrebbe spingere la società a puntare su di lui, almeno per un’altra stagione.

Il futuro dietro l’angolo:
La stagione si avvia verso la conclusione, ed il destino del norvegese non è per nulla chiaro. Sono sempre di più gli occhi delle altre squadre che sono costantemente su di lui. La dirigenza non è intenzionata ad una cessione a titolo definitivo, piuttosto lo darebbe in prestito, preferibilmente senza diritto/obbligo di riscatto.
Dal canto suo, il ruolo di “rincalzo” degli assenti, non va molto a genio al numero 15 milanista, che però sente la fiducia dell’allenatore e del club. L’essere scaraventato in campo appena arrivato, senza alcun periodo di ambientamento, ed il ruolo di esterno a tutta fascia che non rispecchia appieno le sue caratteristiche non hanno favorito il ragazzo. Lo scandinavo, il più delle volte parte distante dall’area, mentre il suo marchio è l’uno contro uno nello stretto, puntando verso la porta.

Al termine della stagione si tireranno le somme, e se l’obiettivo Champions sarà raggiunto, il merito verrà dato al gruppo, e tutti ne potranno beneficiare, al fine di ottenere una riconferma.

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