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Grande colpo? Anche no, il Milan sceglie la via della sostenibilità. Ma è questa la scelta giusta?

Vlahovic alla Juventus. Gosens all’Inter. Niente male per un mercato di gennaio che sembrava così povero di soldi e di colpi. Quest’anno come non mai. Dopo quasi venti giorni senza nessun particolare sussulto, nella giornata di ieri, le più grandi rivali del Milan piazzano due colpacci che possono dare un’energica spallata al prosieguo della stagione.

E noi?“. Questa la domanda che sorge spontanea nella testa dei tifosi milanisti. Quella che si preannunciava come la sessione che avrebbe dovuto portare a Milano – sponda rossonera – un difensore, sulla scia degli anni precedenti con i colpi Kjaer e Tomori, e magari qualche altro rinforzo per colmare il gap con i cugini e provare sempre più concretamente a puntare lo scudetto, si rivela una sessione desolata dalle parti di Casa Milan. Il solo Lazeticarrivato in queste ore – non basta. Il giovane di prospettiva va più che bene ma non è il nome che scalda la piazza, quello che fa esaltare i tifosi. Un’esaltazione – moderata, ma pur sempre esaltazione – nel vedere un gran colpo di mercato della tua squadra.

LA STRADA GIUSTA?

Il Milan al momento ha scelto questa strada. Una strada che prende però tanto dal DNA rossonero. I grandi campioni si costruiscono in casa. Baresi, Maldini, Kakà, Shevchenko sono l’esempio più grande. Diventate leggende in rossonero. Il grande colpo, tranne qualche eccezione, al Milan – specie negli ultimi anni – non ha mai funzionato. Bonucci e Higuain, per citarne qualcuno, non si sono rivelati tali. I tanti milioni spesi da Fassone e Mirabelli hanno lasciato un grande buco nelle casse senza portare risultati.

Risultati (sul campo) che il Milan spera di ottenere – magari non nell’immediato – ma pensando prima di tutto a non tirare troppo la cinghia. La strada intrapresa è infatti quella della sostenibilità. Mettere a posto i conti, il bilancio, senza strafare. Risultati (economici) che invece stanno arrivando. Eccome. Il bilancio del 2021 segna infatti una perdita di 96,4 milioni di euro, quasi 100 in meno rispetto al 2020 che ne evidenziava 194,6. I ricavi invece registrano un aumento di 17,3 milioni rispetto ad un anno fa dovuti soprattutto all’aumento di sponsor.

Teorie – ma non solo – che nel calcio funzionano ma che non hanno nulla a che vedere con la passione dei tifosi. Di queste due tipologie di risultati, i tifosi conoscono solo la prima. Gli aziendalismi, e Gazidis li conosce bene, sono necessari sì ma qualche volta abbinarli ad operazioni di mercato che possano esaltare il tifoso non sarebbe male. Specie quando le rivali, contemporaneamente, piazzano colpi importanti che nulla hanno a che vedere con una situazione economica che sta devastando tutti (forse non proprio tutti) e con una sostenibilità con cui devi fare i conti. E viste le situazioni la domanda è lecito farla: Milan, siamo sicuri sia questa la strada giusta?

Milan: Gazidis Maldini
Milan: Ivan Gazidis e Paolo Maldini – MilanPress, robe dell’altro diavolo

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