Pensare che il miglior bomber della storia della Nazionale francese giochi nel Milan fa venire i brividi. Ecco perché la Gazzetta dello Sport odierna si è concentrata su di lui, rendendolo argomento di un focus, con un passaggio in rossonero che l’ha ringiovanito.
In Inghilterra veniva chiamato donkey (asino) e la sua voglia di riscatto si è di certo fatta vedere. 3077 giorni passati dall’ultimo Mondiale alla doppietta contro l’Australia. Eppure le marcature stagionali danno ragione a Giroud, che a 36 anni segna gol pesanti.
A Milanello tutti sanno che è un campione: non parla molto nello spogliatoio ma in campo ci sta bene e sa dove mettersi. Fuori dal campo ha imparato a starci soprattutto a Milano, diventando imprenditore. Il suo agente dice di lui: “La Serie A lo ha completato. In passato Olivier era un numero 2 o un 1 e mezzo, al Milan è un punto di riferimento“.
Giroud rinnoverà. Non si sanno le condizioni (potrebbe chiedere qualcosa di più rispetto ad ora), ma l’intenzione comune è quella di continuare insieme un altro anno, con Massara che lo seguiva per la Roma ai tempi del Montpellier e ora ce l’ha in casa.
Deschamps lo ha spesso criticato e messo in discussione, ma con questo stato di forma Oli è insostituibile anche perché esalta le prestazioni altrui, nonostante sia il bomber. La Francia dal 2018 ad oggi ha vinto il 70% delle volte in cui ha schierato Giroud. Non è un caso.
Probabilmente Mbappé supererà il record di marcature all-time della Nazionale, ma resterà sempre la soddisfazione di chi è partito dalla Serie B francese ed è arrivato a trionfare ovunque è andato. Anche, e soprattutto, al Milan.