In occasione di Genoa-Milan di questa sera, la Gazzetta dello Sport ha intervistato un doppio ex: Kakha Kaladze, oggi sindaco della capitale della Georgia, Tbilisi. Un momento speciale, per via anche dell’amicizia che lega l’ex difensore a Andriy Shevchenko che sfiderà il Milan per la prima volta da allenatore. Ecco le sue parole.
“Quando sono arrivato a Kiev, Andriy si è subito dimostrato un amico aiutandomi ad inserirmi nello spogliatoio e facendomi conoscere la città. Abbiamo caratteri simili, siamo persone dedite al lavoro e al sacrificio, qualità affinate da Lobanovski, grande maestro. Sheva era molto più sciolto, a Kiev era a casa sua mentre io agli inizi più riservato“.
Sull’aiuto che gli ha dato Sheva al Milan: “Mi è stato di grande aiuto e supporto soprattutto con la lingua, per fortuna lui parlava già un po’ di italiano e tra di noi parlavamo in russo, all’inizio“.
Sull’atmosfera in quello spogliatoio rossonero: “Difficile da esprimere con le parole. Chi gioca nel Milan deve sentire da una parte una responsabilità nell’indossare una maglia che deve sempre essere onorata, è una questione di cuore, non è per tutti. Il Milan nostro era una famiglia allargata, mai nessuno veniva lasciato indietro: l’imperativo era vincere e dare tutto fino alla fine. Era uno spogliatoio compatto, giocatori, allenatore e dirigenti erano una cosa sola. Quando ti trovi seduto di fianco a Maldini, Nesta, Sheva… non puoi pensare a deludere il club e devi ascoltare chi ha da insegnare“.
Se fosse rimasto sorpreso o meno della partenza di Shevchenko destinazione Chelsea: “Inizialmente sì, ma è stata una scelta da rispettare“.
Sul Shevchenko allenatore: “Sheva ha la mentalità giusta, lavora per obiettivi e ci arriva, come dimostra il Pallone d’oro che ha vinto. Da suo grande amico penso che stia facendo il percorso corretto, partendo dalla nazionale e ora andando in un club“.
Sui ricordi di Milano e delle Champions vinte: “Milano è la mia seconda città, mi sento sempre a casa quando ci vengo, c’è un atmosfera familiare, l’Italia è un Paese meraviglioso e gli italiani sono gente fantastica, i tifosi del Milan sono speciali non ti dimenticano mai nonostante il passare degli anni. Per questo dico a chi oggi indossa la maglia del Milan che deve essere orgoglioso, quella maglia porta una storia lunga e va sempre onorata senza arrendersi mai perché se molli non puoi essere da Milan“.
Sulle emozioni più belle della sua carriera: “Vincere la prima Champions contro la Juve e segnare al derby vincendolo“.
Su Maldini: “È un totem, avevo il suo poster nella mia cameretta, può immaginare quando mi sono ritrovato di fianco a lui… Brividi… Il lavoro che ha fatto fino ad oggi da dirigente mi pare ottimo: ci sono nuovi elementi che con Pioli giocano un calcio moderno“.
Sul Milan giovane: “Mi piace molto, hanno fatto bene a tenere Ibra come il grande maestro all’interno del club che sta facendo crescere Leao, Tonali, Saelemekers, Tomori che è molto forte e con Kjaer migliorerà ancora. Spero in due anni di rivedere un Milan a livelli top in Champions League, ma ci vuole pazienza“.
Sul Genoa: “È un ambiente molto caldo, i tifosi sono molto attaccati alla squadra, lo senti quando sei li, Sheva e Tassotti hanno una sfida non facile ma intrigante, Sheva è un gran lavoratore e ama allenare, le sfide lo stimolano, sono sicuro che farà di tutto per riportare il Genoa a livelli che merita, non dimentichiamo che è un club che ha una storia“.
Sulle sensazioni che proverà Shevchenko questa sera: “Inizialmente avrà una sensazione strana e quando si incontrerà con Paolo sarà emozionante, ma poi al fischio di inizio finisce tutto. Auguro a Sheva di riportare il Genoa ai livelli che il club e i tifosi meritano. Sono certo che darà il massimo perché è un professionista serio e una bella persona“.
Sul suo tifo questa sera: “Il mio cuore dice Milan“.