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MP Q&A – F. Galli su Instagram: “Ecco la mia top-11 di sempre del Milan. Il prossimo anno ripartirei da Gigio, Theo e…”

Questo pomeriggio, a MilanPress.it abbiamo avuto l’onore di ospitare nella nostra consueta diretta Instagram l’indimenticato ex difensore del Milan Filippo Galli, che ha trattato tantissimi temi relativi al mondo Milan, passato e attuale. Queste le sue dichiarazioni principali:

Sui suoi ricordi in rossonero: “Feci tanti provini al Milan, arrivai che avevo 16 anni, dopo il primo mi dissero che ero troppo “vecchio”, poi qualche mese dopo feci un torneo a Solbiate Arno dove feci gol in finale. C’era anche Capello a vederci e il Milan decide di prendermi. Ho esordito in prima squadra nell’83, ricordo l’emozione di trovarsi la Curva Sud di fronte all’ingresso in campo. Ho avuto la fortuna di giocare in un club straordinario, in un periodo in cui tutto andava per il meglio perché avevamo una società, uno staff ed un gruppo di giocatori che hanno permesso di ottenere questi risultati, anche grazie ad un pubblico che ci è sempre stato vicino nonostante venissimo da anni difficili e dalla Serie B. Sacchi e Capello hanno portato tanto al Milan, ma anche Ancelotti ha saputo costruire una squadra di campioni. L’aneddoto della coca cola? E’ vero, esageravo un po’ troppo con la coca cola ai pranzi e alle cene con la squadra, ora ho dovuto limitarmi. La finale del ’94? Tirai un sacco di gufate a Baresi e Costacurta durante la semifinale col Monaco, erano diffidati e furono ammoniti (ride, ndr). Per fortuna poi Capello scelse me contro il Barça. La Champions più bella tra le tre che ho vinto? Sicuramente quella del ’94 che ho giocato tutta, ma alla pari con quella contro la Steaua a Barcellona, ricordo le strade piene di tifosi milanisti ed è un’immagine che porterò sempre con me. La partita più bella? Quella di Como che ci valse il primo scudetto con Sacchi, mentre quella più brutta direi la finale di Coppa Italia del 1990 contro la Juventus, perdemmo 0-1 il ritorno a San Siro, che era pieno di gobbi (ride, ndr)“.

Sul momento attuale del calcio italiano nel corso dell’emergenza Coronavirus: “Credo sia prematuro dire qualcosa a questo punto, bisogna capire come si evolverà il Covid. Per il momento fare previsioni mi sembra un azzardo“.

Sulle scelte societarie: “Non mi sembra che la società non voglia giocatori di esperienza e lo si è visto con l’arrivo di Ibrahimovic. Boban? Dispiace, le sue dichiarazioni sono andate un po’ contro il pensiero della società e quando si è all’interno di un club così importante bisogna sempre fare fronte comune contro le difficoltà. Un amministratore delegato deve avere la possibilità di contattare un allenatore, anche se non credo ci sia stata alcuna mossa ufficiale, ma al massimo solo delle chiacchiere“.

Sul lavoro del Settore Giovanile negli ultimi anni: “Sono rimasto una stagione con Fassone e Mirabelli poi ci sono state delle divergenze con l’allora amministratore delegato sul gruppo di lavoro che avrei voluto e quindi le strade si sono divise. L’anno scorso c’è stata una sorta di guerra tutti contro tutti e ci sono andati di mezzo i giocatori della Primavera con la retrocessione, ma quest’anno si sono ripresi alla grande dimostrando di essere una squadra di qualità e conquistando una promozione che speriamo venga confermata. Non me la sento di dare un giudizio sull’operato, anche perché il lavoro di un settore giovanile si vedono nell’arco di 5-7 stagioni, so che stanno lavorando in una certa maniera e gli auguro di raggiungere i risultati prefissati. Se mi manca il Milan? Sono contento di lavorare in Federazione dove mi occupo proprio di consulenza e formazione per i Settori Giovanili, ma è innegabile che lavorare in un club è ben diverso“.

Sui ragazzi usciti dal vivaio negli ultimi anni: “Su Cutrone è stata fatta una scelta del club, ha avuto qualche difficoltà al Wolverhampton come le sta avendo alla Fiorentina, ma ogni giocatore deve sentire intorno a sé la massima fiducia. Patrick ha dato al Milan tutto quello che poteva, facendo anche gol importanti. Il rendimento di un giocatore dipende da tanti fattori, credo sia presto per valutare il suo impatto alla Fiorentina. Locatelli sta facendo un gran campionato al Sassuolo, Calabria ha avuto un periodo di difficoltà e forse lo ha patito, ma è un giocatore di sicuro affidamento. Dei ragazzi che ho cresciuto nel vivaio, direi che i più forti sono stati Locatelli, Verdi e poi ricordo Emanule Orlandi, che è arrivato al massimo in Serie C, ma aveva delle potenzialità enormi Nei settori giovanili si tende a prendere giocatori già formati sotto il profilo atletico per avere un rendimento immediato, ma questo comporta che vengano messi da parte talenti calcistici che non riescono a dimostrare tutte le loro qualità, bisognerebbe prestare attenzione maggiore a giocatori meno strutturati. Anche i genitori devono essere messi a conoscenza del percorso metodologico di una società, perchè i genitori devono essere nostri alleati. Al Milan forse abbiamo vinto poco, l’importante è formare i giovani calciatori, ma questo non vuol dire che non si voglia vincere“.

Sul Milan attuale: “Il Milan di oggi ha fatto vedere buone cose sotto la guida di Pioli, spesso si è visto un Milan anche piacevole. Stimo Pioli come stimavo Giampaolo, sono scelte giuste per la panchina, poi ci sono persone deputate a decidere, quindi staremo a vedere. Tre giocatori di cui non fare a meno? Dico Donnarumma, Hernandez e Calabria, al quale sono legato da questioni affettive. Paquetà? Ha iniziato facendo grandi prestazioni, poi ha giocato poco e quindi subentra poca sicurezza nei propri mezzi, ma da fuori è difficile stabilire. Ci sono tanti aspetti da valutare per capire bene la questione“.

Sull’undici più forte di sempre del Milan: “In porta Cudicini; in difesa Tassotti, Baresi, Maldini ed uno tra me e Costacurta. Davanti la difesa Ancelotti, con ai suoi lati Donadoni ed Evani, davanti Virdis-Gullit-Van Basten. E’ chiaro che da questa formazione restano fuori giocatori enormi con Boban, Savicevic, Rivera, Desailly e tanti altri: è una scleta difficilissima“.

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