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Inzaghi: “Parole di Albertini senza stile e di basso livello. Al Milan c’era sempre un’atmosfera fantastica”

Intervistato dai colleghi della Gazzetta dello Sport, l’ex attaccante del Milan Filippo Inzaghi, ha trattato vari temi, a cominciare dalla polemica con l’ex compagno di squadra Demetrio Albertini: “Mi dispiace che le mie dichiarazioni siano state strumentalizzate. Mi ha dato fastidio quello che ho letto, soprattutto perchè dopo la partita con il Pescara dove avevo 22 punti di vantaggio ero stato tra i primi a dire di fermarsi. Se avesse letto bene l’articolo non avrebbe fatto queste esternazioni senza stile e di basso livello. Siamo personaggi con tifosi e quello che ha detto è stato scadente nei miei confronti sopratutto perchè ha dichiarato di considerarmi suo amico, definendomi poi ignorante via social“.

Inzaghi prosegue ricordando alcuni momenti vissuti in rossoneri: “L’esultanza per i 70 gol? Sono stato un po’ pazzo, soprattutto perchè a 38 anni andavo in panchina con il Real Madrid e non sapevo neanche di avere la possibilità di entrare. Mi sentivo questa sensazione, come quando feci il trecentesimo gol a Siena. Stavamo partendo per la Toscana e pensavo che il primo gol nei professionisti, col Leffe, lo avevo fatto proprio a Siena e pensavo di chiudere lì il cerchio. Mi feci fare, quindi, la maglietta che fu il coronamento di un sogno. Quella sera lì però con il Real Madrid me la ricordo con piacere perché c’era tutto lo stadio che mi chiamava per entrare pensando che potessi risolverla. E così poi è stato. Il record delle 5 gol nelle tre finali è qualcosa che mi ricordo con piacere, pensando sopratutto che due alieni come Ronaldo e Messi non sono riusciti a farlo. Non avrei mai pensato di riuscire in un’impresa simile, di certo giocare con una squadra del genere e il grande sacrificio mi hanno premiato“.

Ancora Pippo: “Al Milan c’era un’atmosfera fantastica, ripensare quando nel viale di San Siro era pieno di tifosi per 3-4 km, con Milan club da tutta l’Italia pronti a sostenerci. La sera prima della partita mi agitavo, poi quando entravo in campo con tutti i tifosi avevo la carica di un leone. Uno dei ricordi più belli è stato il pullman scoperto in giro per Milano dopo la vittoria della Champions League, un momento che sognavo da una vita e che aspettavo con grande ansia dopo la fine della partita. I gol contro Liverpool e Repubblica Ceca? Per fortuna avevo poco tempo di pensare, perchè se ripenso a quanto erano lunghi Cech e Reina probabilmente avrei sbagliato. Con Barone avevamo studiato una finta e ho pensato di saltare il portiere per istinto e per il timore di calciare addosso al portiere. Anche il gol a Buffon con la Juventus, il più forte di sempre e quello che soffrivo di più, il lancio di Pirlo e lo stop ho pensato di tirare con l’istinto senza neanche accorgermi di avergliela infilata sotto le gambe“.

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