Si è tenuta oggi presso Casa Milan la presentazione del nuovo libro di Franco Baresi, una delle icone storiche del calcio italiano e internazionale. Intitolato “Ancora in gioco. Il viaggio interiore del Capitano”, l’opera rappresenta un viaggio personale attraverso i ricordi, le emozioni e i valori che hanno caratterizzato la carriera del leggendario capitano rossonero. Con una platea gremita di tifosi e appassionati di calcio, Baresi ha condiviso alcuni aneddoti e riflessioni legati al suo percorso umano e professionale, offrendo uno sguardo inedito sul calcio e sulla leadership sportiva.
Franco Baresi: il simbolo del Milan
Il nome Franco Baresi è indissolubilmente legato ai successi del Milan. Dal debutto negli anni ’70, Baresi ha rappresentato l’anima e il cuore della squadra, guidandola in alcune delle vittorie più memorabili della sua storia, sia in Italia che in Europa. Nel libro, l’ex capitano racconta i suoi inizi, quando fu chiamato a indossare la fascia di capitano a soli 22 anni, e come quella responsabilità lo abbia aiutato a crescere, non solo come calciatore ma anche come uomo.
«Essere il leader di un grande gruppo come il Milan è stato un onore immenso, ma anche una grande responsabilità. Ho imparato che la leadership non si impone, ma si guadagna ogni giorno con l’esempio e il rispetto», ha spiegato Baresi durante la presentazione.
I ricordi dei trionfi: da Sacchi alla Champions
Nel libro, Baresi dedica ampio spazio ai suoi anni sotto la guida di Arrigo Sacchi, un periodo che definisce “determinante”. È con Sacchi che Baresi ha vissuto uno dei momenti più significativi della sua carriera, la vittoria dello scudetto nel 1988, una pietra miliare che ha segnato l’inizio di una nuova era per il Milan. «Quel primo scudetto è stato il momento in cui ho capito davvero cosa significava far parte di una squadra così importante. È stato l’inizio di un ciclo vincente che ci ha portato alla conquista di tutto», ha ricordato con emozione.
Baresi ha poi parlato della storica Champions League del 1994, una delle sue vittorie più significative, in cui il Milan sconfisse il Barcellona 4-0. «Era una squadra incredibile, con giocatori eccezionali. Quel giorno a Vienna resterà sempre uno dei più belli della mia vita sportiva».
Un calcio che cambia: tra passato e presente
Durante la conferenza, Baresi non ha mancato di fare una riflessione sull’evoluzione del calcio moderno. «Il calcio è cambiato tantissimo rispetto ai miei tempi. Oggi ci sono più opportunità per i giovani calciatori, ma allo stesso tempo manca un po’ la pazienza di costruire squadre solide nel lungo termine», ha sottolineato. Baresi ha parlato delle differenze tra il calcio degli anni ’80 e ’90 e quello attuale, soffermandosi sui nuovi aspetti manageriali e sugli enormi interessi economici che circondano lo sport.
«Il calcio oggi è più dinamico e tecnologico, ma mi piace pensare che i valori del gioco, come il sacrificio e la dedizione, rimangano sempre gli stessi. I giovani hanno ancora tanta voglia di emergere, e il nostro compito è quello di guidarli nella giusta direzione».
L’importanza della famiglia rossonera
Uno dei temi centrali del libro è il legame profondo che Baresi ha sempre mantenuto con il Milan. «Ho avuto offerte importanti nella mia carriera, ma non ho mai voluto lasciare il Milan. Questa squadra mi ha dato tutto, e il senso di appartenenza che ho sentito per questi colori è sempre stato più forte di qualsiasi altra cosa».
Tra i momenti più personali, Franco Baresi ha ricordato con affetto il suo rapporto con Silvio Berlusconi, presidente del Milan per gran parte della sua carriera: «Berlusconi è stato una figura fondamentale, non solo per me, ma per tutto il club. La sua visione ha trasformato il Milan in una delle squadre più vincenti al mondo».
Un libro che va oltre il calcio
“Ancora in gioco” non è solo un libro sul calcio, ma un vero e proprio viaggio interiore. Franco Baresi parla di spiritualità, del suo incontro con Papa Giovanni Paolo II, dei viaggi in giro per il mondo e delle iniziative umanitarie a cui ha partecipato, come la sua esperienza in Mongolia, dove ha contribuito a costruire uno stadio. «Il calcio mi ha permesso di scoprire il mondo e di portare un po’ di gioia in luoghi dove ce n’era bisogno», ha dichiarato.
Concludendo l’incontro, Baresi ha voluto lasciare un messaggio di speranza ai giovani che aspirano a diventare calciatori: «Non basta il talento, serve sacrificio, dedizione e la capacità di cogliere le opportunità che la vita ti offre. Se ci credi davvero, puoi realizzare ogni sogno».