Il clean sheet fatto registrare da Maignan in Milan-Udinese è stato come un’oasi nel deserto. In Champions League i rossoneri hanno subito un gol pur essendo in superiorità numerica e nella gara persa 0-2 contro il Napoli sono riapparse le lacune che da inizio anno stanno tormentando la retroguardia del Diavolo.
Gli 11 gol subiti in 9 partite con conseguente quinta miglior difesa del campionato potrebbero ingannare, ma a colpire è la poca sicurezza sia in marcatura che in impostazione del blocco difensivo milanista. Poche le garanzie offerte dal pacchetto arretrato, si sapeva già che le difese di Fonseca non fossero riconosciute per la loro solidità senza far passare in secondo piano i cambi continui tra i centrali a disposizione.
Tomori-Pavlovic, Gabbia-Pavlovic, Thiaw-Pavlovic, Tomori-Thiaw e la più utilizzata Gabbia-Tomori. Sei coppie diverse in 12 partite giocate da inizio stagione è un po’ troppo per una squadra che cerca continuità di risultati e soprattutto solidità dietro. Pavlovic-Tomori hanno subito 7 gol in tre partite che risalgono a inizio anno, dove la fase difensiva sembrava approssimativa e in fase di costruzione. Ad oggi sono stati fatti passi avanti?
Incredibile come Gabbia e Thiaw, che presi singolarmente vantano la media di meno gol presi in 90 minuti, non abbiano mai avuto modo di giocare insieme. Questione di piede preferito (destro), caratteristiche simili o infortuni capitati nel momento sbagliato? Da inizio novembre il tecnico portoghese dovrebbe avere a disposizione entrambi, forse sarà l’occasione per una settima prova… che si spera sia definitiva.
Fikayo Tomori da circa un anno è lontano parente del giocatore ammirato durante l’anno dello scudetto. Svarioni difensivi, momenti di apnea totale e pochissima solidità mettono il posto da titolare certamente in dubbio con una prima risposta che arriverà già nel match di sabato contro il Monza dell’ex Nesta. Tornerà suo posto Theo Hernandez dopo la squalifica di due giornate facendo sedere in panchina un Terracciano poco convincente e spesso fuori posizione nelle sortite offensive avversarie.
In occasione del gol di Lukaku si nota come Pavlovic allunghi drasticamente la linea difensiva fino a spezzarla totalmente, diventando lui ultimo uomo e di conseguenza quello che tiene in gioco gli attaccanti di Antonio Conte. Un errore ricorrente che porta a pochissime conclusioni se non questa: difesa del Milan sempre troppo alta con poca percezione del pericolo. All’ex mister del Lilla il compito di assolvere i calciatori dal banco degli imputati.