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Milan, sbagli troppi gol: per andare in Champions la parola d’ordine dovrà essere ‘concretezza’

Il Benevento di Pippo Inzaghi – pur autore di un girone d’andata straordinario, ben oltre le più rosee aspettative per una neopromossa – era, sulla carta, l’avversario più abbordabile del quintetto finale che dirà se il Milan potrà partecipare a quella Champions League da cui manca da ben otto anni. La vittoria contro i sanniti, dunque, era un obbligo morale per Romagnoli e compagni, ma dopo anni di delusioni i tifosi rossoneri si sono abituati a non dare nulla per scontato. E’ per tale motivo, dunque, che prendiamo e portiamo a casa questi tre punti che danno un po’ di respiro ad una squadra che potremmo definire “con l’Europa League alle calcagna” dopo le sanguinose sconfitte contro Sassuolo e Lazio.

Pioli e le “buone situazioni” del suo Milan

Quella di ieri a San Siro è stata una vittoria ampiamente meritata, e che nessuno può mettere in discussione, nemmeno per qualche episodio presuntivamente dubbio – ma che dubbio non è – come la mancata espulsione di Bennacer (l’algerino ha rischiato, certo, ma il secondo giallo non era così evidente), oppure il rigore non concesso per un tocco di braccio di Ibrahimovic, palesemente attaccato al corpo. Mister Pioli nel post partita ha parlato di “tante buone situazioni” per il suo Milan, ed infatti si è rivisto un Theo Hernandez finalmente decisivo anche in zona offensiva, un Calhanoglu alla sua migliore partita del 2021, la conferma di un Saelemaekers onnipresente. E poi c’è Zlatan, che ha giocato un match per larghi tratti in maniera compassata, ma ha dispensato la sua solita quantità di primizie – anche se davanti alla porta sannita non è stato glaciale come le sue origini dovrebbero testimoniare – ed ha tenuto sulla corda tutti i compagni di squadra.

Milan, ora bisogna abbassare il margine di errore davanti la porta

Il problema, però, è che lo scarto sul tabellino di San Siro doveva essere almeno doppio, vista l’incredibile quantità di gol divorati; complice, è vero, un Montipò in serata di grazia, ma anche e soprattutto una scarsissima lucidità e cattiveria sotto porta. Sempre Pioli, infatti, ha fatto suo il pensiero di tutti i tifosi milanisti in questo momento: “Abbiamo tirato in porta venti volte, e solo due gol su undici occasioni create sono pochi“. Ecco, la lunga lista di occasioni sprecate nell’ora di gioco che va dal gol di Calhanoglu a quello di Theo Hernandez – e che ha tenuto in bilico una partita che non doveva esserlo – merita le principali attenzioni di tutti da qui al 23 maggio. Difficile dire se la colpa principale sia da attribuire in primis alla testa o alle gambe, se i giovanotti rossoneri fatichino a sopportare la pressione nel momento clou del campionato, quando il pallone diventa pesantissimo, o semplicemente la massacrante stagione iniziata coi preliminari di Europa League stia presentando il conto in termini di stanchezza.

Una cosa è certa: quello che si è visto ieri e contro il Sassuolo – dove capitò la stessa cosa, con la differenza che gli avversari riuscirono a strappare i tre punti dalla tasca dei rossoneri – non dovrà capitare nelle prossime quattro. Il margine di errore va drasticamente abbassato, se non proprio azzerato: non solo negli scontri diretti contro Juventus e Atalanta, ma anche nelle sfide contro Torino e Cagliari, altre due compagini con l’acqua alla gola e che difficilmente concederanno ad Ibra e compagni venti tiri verso la porta, oppure ne faranno quattordici senza segnare, come si è rammaricato ieri Pippo Inzaghi. Insomma, nei prossimi 360 minuti la parola d’ordine dovrà assolutamente essere “concretezza”, perchè il Milan sa arrivarci tanto, e bene, nell’area avversaria, ma quella rete deve essere gonfiata più spesso.

Twitter: @Juan__DAv

Milan: Tonali, Calhanoglu, Romagnoli, Theo Hernandez e Saelemaekers (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: l’esultanza dopo il gol di Theo Hernandez contro il Benevento (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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