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Due facce dello stesso Milan: come si spiegano 17 punti in più in trasferta?

C’erano una volta, anzi, ci sono tuttora due campionati: quello del Milan anatroccolo a San Siro e quello del bel Diavolo take away. Due percorsi talmente diversi da far pensare a qualche sortilegio o, chissà, al fatto che forse il suo peso San Siro ce l’ha sempre e comunque. Da pieno, da mezzo pieno o da totalmente deserto. Fatto sta che, prima della pandemia, con l’identità del gruppo di Pioli ancora in rodaggio, si era soliti fare riferimento a difficoltà il poco carattere, un carisma altalenante figlio di un’esperienza tutta da guadagnarsi sul campo. E quel campo, spesso, mieteva vittime. Ricordiamo gli esordi di Bennacer in uno sciagurato Milan-Fiorentina, ma anche l’appannamento di Kessie – oggi punto di riferimento assoluto -, così come quello di “Godot” Calhanoglu.

Classifica alla mano, i numeri di questa stagione sono impietosi da una parte e clamorosi dall’altra. Con 23 punti in 15 gare di campionato, il Milan è solamente settimo nella classifica casalinga: 6 vittorie, 5 pareggi, 4 sconfitte (quasi tutte pesantissime, peraltro tutti scontri diretti) con 26 gol fatti e 21 subiti. L’ultima delle sette sorelle, insomma. E solo due punti sopra Bologna e Verona. Per contro, la classifica dei match in trasferta è un’autentica sinfonia: primissimo posto con 40 punti, 13 vittorie, 1 pareggio e una sola sconfitta (quella maturata a La Spezia). Sono 31 le reti segnate, 14 quelle subite. Sei punti sopra l’Inter, nove sull’Atalanta, sedici sulla Juve. Pazzesco.

Come pazzesca è indubbiamente la discrepanza tra i rendimenti, analoga a quella che si è verificata in Europa, dove ricordiamo un tonfo casalingo contro il Lille, quello decisivo contro il Manchester United e nessuna sconfitta patita lontano da San Siro. Da cosa possa dipendere? Difficile dirlo. Quel che è certo è che il Meazza sta costando caro alle ambizioni di via Aldo Rossi, che proprio a casa sua ha salutato l’Europa League, la Coppa Italia e la possibilità di giocarsi lo scudetto fino all’ultimo. Chissà che, in un futuro ci auguriamo il più prossimo possibile, il ritorno dei tifosi allo stadio – enfatizzato da un’astinenza senza precedenti – non potrà far pendere l’ago della bilancia verso un gruppo a cui manca davvero poco per poter spiccare il volo.

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