Alla vigilia di Liverpool-Milan, i colleghi de La Gazzetta dello Sport hanno intervistato un giocatore che tutti i tifosi rossoneri hanno come bestia nera, quel Jerzy Dudek capace di cose incredibili nella clamorosa finale di Champions League del 2005. Queste le dichiarazioni della sua lunga intervista: “Il Milan mi piace, ha grandi giovani, ma il Liverpool è il Liverpool. Klopp ha creato una squadra solida che gioca a memoria. Van Dijk è il difensore più forte d’Europa. Salah una sicurezza. Se dovessi sceglierne un altro che mi piace direi Henderson, molto sottovalutato“.
Parlando poi di Istanbul, Dudek ricorda: “Il balletto sui rigori fu un’idea di Carragher, prima dei rigori mi disse di inventare qualcosa. ‘Fai come Grobbelaar trent’anni fa, contro la Roma’. Non ero il tipo, preferivo concentrarmi, studiare gli appunti che avevo preso sui rigoristi, ma andò bene. Serginho tirò altissimo, così continuai. Appena i rossoneri partivano da centrocampo, iniziavo a ondeggiare sulla linea e a muovere le mani. Volevo distrarli. Ci sono circa 30 metri da lì al dischetto, in quel momento ti viene in mente di tutto. Percepivo paura nei loro occhi. Fu una tattica bastarda, lo so, ma dovevamo vincere. Dissi a Tomasson, che conoscevo dai tempi del Feyenoord, che loro erano favoriti ma stavolta toccava a noi. Ridevano, ma alla fine risi io. Si disse che il Milan aveva stappato lo champagne a fine primo tempo e indossato la maglia dei campioni. All’intervallo Benitez ci guidò con calma e sicurezza. Diede un paio di consigli, poi indicò la porta e ci disse di uscire a testa alta. Aspettammo il Milan in campo per 2-3 minuti. La parte Reds dello stadio ci accolse cantando ‘You’ll never walk alone’ a tutto volume…”
Dudek conclude: “Il rigore di Shevchenko? Ero stra sicuro che l’avrei neutralizzato. Ormai ero ‘self confident’ al 100%. È stata una guerra di nervi e ho vinto io, noi, i Reds. Sheva lo incontro spesso negli incontri tra le Legends e mi chiede come ho fatto a parare quel colpo di testa e la ribattuta al 117′ minuto. E’ il calcio, cosa devo rispondergli? Istinto puro, oggi tocca a me, domani a te”.