HomeIn evidenzaMilan, la difesa è sotto accusa ma non è tutto da buttare

Milan, la difesa è sotto accusa ma non è tutto da buttare

C’è un numero, tra i tanti del Milan schizofrenico 2023-24, che fa più impressione degli altri: è quello dei gol subiti, arrivati alla quota monstre di 48. Nel dettaglio sono 32 in 27 partite di campionato, 8 in 6 incontri di Champions, 5 in 3 match di Europa League e 3 in 2 sfide di Coppa Italia. È un Milan fragile, fragilissimo dietro, a prescindere dagli interpreti: che siano i titolarissimi Thiaw e Tomori, l’usato (in)sicuro Kjaer o il rientrante Gabbia. Il muro davanti a Mike Maignan è crollato e lo stesso portiere rossonero quest’anno non è stato irreprensibile, colpevole di qualche errore per lui inusuale e in generale di una presenza molto meno sicura rispetto al passato.

Difesa Milan, il problema va oltre le individualità

Parlare di uomini però sarebbe un errore. Come detto, il Milan subisce tanto, troppo, con qualsivoglia difesa messa in campo: il problema è tattico, prima che tecnico o di attenzione. Una squadra troppo spesso spaccata in due, senza densità a centrocampo, semplicemente incapace di difendere come lo stesso Pioli ha di fatto ammesso poco tempo fa in conferenza stampa. Di fronte a un trend generale che affonda le sue radici in una disposizione tattica scellerata – a cui però non si cerca di porre rimedio con una cocciutaggine veramente inconcepibile – concentrarsi sui singoli non è semplice e forse nemmeno troppo utile, così come insensato appare parlare di mercato proponendo nomi esotici che in questo Milan incontrerebbero le stesse identiche difficoltà di Tomori e co.

Milan: Fikayo Tomori (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Fikayo Tomori (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

Difesa Milan ai raggi X: il futuro dei centrali

Qualche ragionamento per il futuro però bisognerò giocoforza farlo. Senza voler considerare il fantasma Caldara, l’oggetto molto misterioso Pellegrino e il primavera Simic, sono cinque i centrali di difesa sotto la lente d’ingrandimento della società: Tomori, Thiaw, Kjaer, Kalulu e Gabbia. Quest’ultimo è rientrato in maniera brillante dal prestito al Villarreal ed è una delle note liete di questa prima parte di 2024. Con un rendimento simile si candida a essere una più che valida alternativa anche per la prossima stagione. Stagione che probabilmente non vedrà più in maglia rossonera Simon Kjaer, in scadenza e sempre più lontano da Milanello. Il danese è palesemente in fase calante e ormai nemmeno la sua grande esperienza riesce a proteggerlo da prestazioni mediocri e affannose.

Kalulu, chi sei davvero?

Il grande punto di domanda riguarda Pierre Kalulu, quest’anno fermo per lungo tempo ai box. Dopo una stagione 2021-22 strepitosa e quella seguente costellata di amnesie, il francese ad oggi è un enigma. Arrivato quasi a parametro zero, una sua cessione sarebbe tutta plusvalenza ma sarebbe davvero saggio venderlo proprio al termine di un’annata passata praticamente da inattivo con il suo valore inevitabilmente abbassatosi? Le uniche certezze sembrano essere Malick Thiaw e Fikayo Tomori, che contro l’Empoli dovrebbero tornare in coppia dal primo minuto esattamente 103 giorni dopo la loro ultima volta, in quel drammatico Milan-Borussia Dortmund in cui il tedesco andò ko e insieme a lui i sogni di qualificazione agli ottavi di Champions.

Thiaw e Tomori, certezze per il futuro

Tomori-Thiaw è sempre stata considerata la coppia titolare e il primo è stato forse l’unico tra i centrali a mantenere un alto rendimento nei primi mesi della stagione, fino al suo infortunio contro la Salernitana. Ha sofferto di più Thiaw, che per caratteristiche non si sposa bene con le idee di difesa altissima voluta da Pioli. E qui si torna al punto di partenza: prima di ragionare sul mercato urge ritrovare gli equilibri e la compattezza, altrimenti si rischia di ritrovarsi con una difesa nuova ma con gli stessi identici problemi e con una retroguardia colabrodo con cui non si può andare lontano.

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