Dopo 12 giornate, sostanzialmente dopo un terzo di campionato, il Milan è la squadra con più espulsioni della Serie A. Tra tutti i primati, forse questo è quello che ci si poteva attendere meno, perché storicamente non nelle corde rossonere.
Solo una delle espulsioni è arrivata attraverso la doppia ammonizione, nello specifico Tomori a Roma, peraltro gialli sindacabili. Le altre sono state espulsioni dirette, due per falli “estremi” e una l’ultima per protesta eccessiva.
Questa condizione di interventi alla disperata o emotività esasperata, sono perfette fotografie del momento e più in generale dell’annata che stiamo vedendo svilupparsi. Una tensione, uno stress, una pressione che pare non riescano ad esser rette dal gruppo e forse anche dallo staff tecnico.
Si tramuta tuttavia in errori comportamentali che si abbattono poi sulla squadra, facendole perdere pezzi che perde peraltro già con facilità a causa degli infortuni muscolari e non, altro aspetto sul quale il Diavolo primeggia incontrastato.
A queste ingenuità, dobbiamo aggiungerne altre purtroppo, che risultano anch’esse evidenti, come il vizio di Theo di stare a terra dopo contrasti non così pesanti, ma che costringono poi sul campo a tentare miracoli improbabili, come Tomori su Banda. L’inglese non sarebbe mai potuto arrivare sull’esterno salentino e purtroppo questo accade perché Hernandez è a metà campo sdraiato in modo un po’ leggero.
Dunque parliamo di espulsioni, proteste, leggerezze, soprattutto dei leader di questi Milan. E quando sono i più forti a far questo, poi è complesso che gli altri riescano a parare il colpo. Pertanto anche da questi particolari ci si spiega perché siano arrivate due rimonte da 0-2 in così poco tempo.
Il clima si capisce non sia dei migliori da questi dettagli. Chi dovrebbe brillare per carisma, a volte pecca nei piccoli ma fondamentali gesti di equilibrio, a livello di campo o a livello morale. Non c’è serenità e non c’è entusiasmo. Senza questi elementi è difficile riprendere in mano la stagione.