Come riportato nella giornata di ieri grazie a Mi-Tomorrow, a Milano si è vissuta una giornata di protesta. Come era facile prevedere, i cittadini del capoluogo lombardo si sono resi protagonisti di una lunga catena umana in segno di disapprovazione verso il nuovo stadio del Milan che, secondo i piani, dovrebbe coinvolgere la zona di La Maura, ad una breve distanza da San Siro.
Come riporta il Corriere della Sera, 700 metri di insoddisfatti hanno invaso domenica 19 marzo l’area che circonda l’ippodromo. Carlo Monguzzi, uno degli organizzatori e capogruppo dei Verdi, ha commentato: “Non ci aspettavamo tutte queste persone, ma si sa che quando l’obiettivo è serio, allora la gente reagisce e si fa sentire. E questo obiettivo, quello di tutelare questo polmone verde, uno dei pochi rimasti a Milano, è indubbiamente serio“. Fedrighini invece ha detto: “Sono accorsi abitanti del quartiere, cittadini comuni che hanno lottato negli anni per tutelare il verde di cintura urbana, pronti a scendere di nuovo in campo per difenderlo. La storia del progetto stadio alla Maura finisce oggi“.
Anziani, famiglie, coppie. Diversificata la catena umana, con tante parole non molto tenere verso i tifosi di calcio e verso chi vuole realizzare una nuova struttura per le partite: “Milan e Inter possono tranquillamente andarsene a Sesto San Giovanni, a noi interessa la tranquillità“, oppure: “Avremmo sempre persone intorno a casa con il nuovo stadio, tifosi molesti che urinano sui nostri muri. Vogliamo essere tranquilli a casa nostra“.
Sala, quindi, si trova davanti ad una grande opposizione. In futuro il Consiglio comunale di Milano dovrà esprimere le proprie idee sul progetto stadio del Milan, ma la democrazia ieri ha parlato, come racconta Monguzzi: “Noi non vogliamo neanche arrivare a vedere il progetto. Non vogliamo discutere di un possibile stadio in questa area verde. Quello che chiediamo a Sala è che qui rimanga tutto come prima. Ristrutturate, piuttosto, il Meazza“.